Mah, una birra davvero … speciale; non facile da bere; alla fine, anche un po’ stucchevole. Forse hanno voluto strafare e ci sono andati con la mano pesante sul versante delle spezie: il risultato è una birra un po’ troppo estrema nella caratterizzazione fruttato/speziato, coerente con se stessa, ma che si affronta con una certa quale difficoltà gustativa. E’ una strong ale ambrata, 8° alcolici ma non si avvertono più di tanto, con una schiuma fine a bolle grosse, non molto persistente. Il naso è il regno della complicazione: inizio fruttato, poi viene fuori una marcata caratterizzazione di tipo “gelatinosa”, un po’ troppo invadente. Si sente un mix di spezie, dalla cannella al chiodo di garofano, ma a me è venuto subito in mente un aroma tipo ginepro, bacca, amarena, in un insieme un po’ troppo stucchevole. In bocca è rotonda, abbastanza morbida, dalla frizzantezza sarsa; anche al gusto prevalgono (troppo) note di caramello, dolce, molto dolce, con incursioni gustative di frutti di bosco, ciliegie e/o marene, fragola e lo stesso sentore di bacca di ginepro che si avverte al naso. Difficile da bere, perché satura molto il palato, la apprezzeranno tutti coloro ai quali piacciono birre molto dolci, abboccate. Qui di luppolo ce n’è ben poco, ma ne sarebbe servito un po’ di più per “pulire” un palato fin troppo facile da saturare. Alc. 8% vol ©Alberto Laschi
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sabato 27 dicembre 2008
giovedì 31 luglio 2008
Gaverhopke Bruin "12"
Inizia come una Oud Bruin, continua con una robustezza ben mascherata, finisce acidula, con variazioni di tono sul medicinale. Una birra particolare, ben costruita, coerente nella propria filosofia produttiva, che corre il rischio di spiazzare un po’ per l’abbinamento acidulo/alcolico, che però si rivela particolarmente curioso. Non ha il corpo di una 12°, è molto snella, aiutata in questo dall’asprigno che “porta via”la robusta dose di alcool e la morbidezza, non pesantezza, de maltol. E’ al confine fra l’ambrato carico e il marrone tonaca di frate, ha pochissima schiuma di scarsa persistenza e una frizzantezza scarna, e una bevibilità “all’antica”. Alc. 12% vol ©Alberto Laschi
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sabato 26 luglio 2008
Gaverhopke Paasbier
Birra robusta di Pasqua, una bionda a tutto tondo, dall’inconfondibilie gusto leggermente asprigno e moderatamente acidognolo che contraddistingue questa come tutte le altre birre di questa brouwerij. Dalla schiuma fine e di scarsissima persistenza, ha aroma leggermente luppolato e mediamente fruttato, non invadente am neanche troppo fuggevole. Il corpo è rotondo, o meglio, così si rivela dopo l’iniziale corsa asprigna; poi si allarga, ma non più di tanto, e allora tornano fuori un po’ di luppoli e sentori erbacei.Finisce lasciando ben netta in bocca la sensazione dell’asprigno, quasi citrico, che si piazza nel bel mezzo della lingua per un bel po’ di tempo. Alc.8% vol ©Alberto Laschi
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mercoledì 23 luglio 2008
Gaverhopke Bruin "8"
Ha il marchio di fabbrica della Gaverhopke, questa Dubbel in stile abbazia: un leggero acidognolo iniziale, che poi lascia il posto ad una corsa più regolare. Bella birra, quadrata, solida e ben costruita con tutte le sue “cosine” al proprio posto: bel colore tonaca di frate, schiuma di media consistenza e di buona permanenza, un naso ricco di note tostate e leggermente speziate. Dopo la netta, ma fugace, sensazione di acidità iniziale, come dicevo prima, il palato poi si apre alle note classiche di questa dubbel, che si fa apprezzare per la generale sensazione di completezza, con un malto ben distribuito lungo tutta la corsa gustativa, che finisce asciutta e ben equilibrata. Secco e asciutto il finale. Alc. 8% vol ©Alberto Laschi
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martedì 1 luglio 2008
‘T Gaverhopke Blond
Una classica bionda delle Fiandre, non eccessivamente carica di gradi e di alcool, con un tocco iniziale di fantasia ed una corsa regolare ed elegante. Ha un bel colore biondo dorato, leggermente opalescente, e schiuma fine, poco persistente. Il naso è leggermente rustico, con un lievito in prima battuta e un sentore diffuso di malto e cereali. Bouquet comunque non particolarmente ricco, ma fresco e corretto. La birra al palato si presenta all’inizio leggermente acidula e astringente, con un qualcosa che ricorda il lattacido, per poi assestarsi su una corposità rotonda e molto beverina. Si evolve poi in note corpose di malto, asciutte di luppolo, con sempre un leggero sentore, in fondo, alla base della lingua, astringente, con note che ricordano la pera non matura, leggermente ruvida. Finisce regolare e molto asciutta, con un finale dissetante. Alc. 8% vol ©Alberto Laschi
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