“Celebre in guerra”: questa l’etimologia esatta del nome Gummarus, latinizzazione di un antico termine tedesco. Vissuto in Belgio fra il 717 e il 774, soldato devoto a Dio, costruì poco prima di morire con i propri beni un oratorio a Liers nel Brabante belga (di cui ancor’oggi è il santo patrono); ricordato l’11 ottobre, viene venerato come santo confessore del Belgio e, chissà perchè, santo protettore dei matrimoni infelici. Passando alla birra vera e propria, brassata inizialmente per il Bokrijk Museum, la St. Jozef la presenta come la prima vera tripel del Limburgo (sic). In ogni caso è birra onesta, senza voli pindarici di fantasie spiccate ma solida e corretta. Non si fa ricordare a lungo, ma si fa bere con piacevolezza. Birra di puro malto, ad alta fermentazione e rifermentata in bottiglia, ha un colore biondo limpido e trasparente e una buona testa di schiuma fine e cremosa, non molto persistente. Naso e palato sono puliti e corretti, il malto, la relativa potenza dell’alcool, una nota fruttata nell’aroma e un gusto abbastanza netto di lievito; queste le caratteristiche principale. E’ molto watery, va giù liscia e pulita, lasciando subito sgombri il centro della lingua e del palato. Finisce leggermente luppolata, svelta. Alc. 8,3% vol ©Alberto Laschi
martedì 3 febbraio 2009
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