giovedì 26 marzo 2009

Tour de Geuze 2009


Il prossimo 26 aprile ci sarà il consueto appuntamento con il Tour de Gueze. 9 assemblatori e produttori di Lambic apriranno le loro porte agli appassionati bevitori di questa birra della tradizione belga.

Dalla prossima settimana sarà possibile prenotare i bus-navetta messi a disposizione dall'organizzazione. Questo il link http://www.aaa-communication.be/horal/index.php e queste le linee dei bus:

Bus 1: De Oude Cam, De Troch, Timmermans, 3 Fonteinen, Oud Beersel
Bus 2: 3 Fonteinen, Hanssens, Oud Beersel, Boon, Mort Subite
Bus 3: Mort Subite, Timmermans, Lindemans, De Oude Cam, De Troch
Bus 4: De Troch, De Oude Cam, Boon, Lindemans, Timmermans
Bus 5: Oud Beersel, Mort Subite, Lindemans, Hanssens, 3 Fonteinen
Bus 6: Timmermans, 3 Fonteinen, Hanssens, Oud Beersel, De Oude Cam
Bus 7: Hanssens, Oud Beersel, Mort Subite, De Troch, Boon
Bus 8: Boon, Lindemans, De Oude Cam, Mort Subite, Hanssens

Novità del Tour 2009 la MegaBlend Geuze, una Geuze assemblata dai produttori di Lambic per l'evento. Sarà possibile degustarla presso il “De Heeren van Liedkercke” (Denderleeuw) e “In de Verzekering tegen de Grote Dorst” (Eizeringen).
Steven Vermeylen

Una Tagliatella Speciale

Iniziamo una rubrica di ricette. Gli "esperimenti" vengono fatti da Chiara, la cuoca del TNT di Buonconvento, che propone le ricette durante le degustazioni al nostro locale.


Tagliatelle di farina di ceci accompagnate con ragù bianco di Cinta Senese alla Saison Erpe Special © Chiara Tacchini
Per l'impasto delle tagliatelle usate: 350gr di farina di ceci, 350 di farina "00", 50gr. farina "manitoba", 5 uova, 20 olio extra vergine di oliva, 30 gr. acqua, 20 gr. vino bianco...impastate! La dose per l'acqua è comunque indicativa, dipende sempre da quanta ne assorbe la farina.

Per il condimento: in una padella antiaderente fate un soffritto di cipolla, carota e sedano. Aggiungete la carne di maiale (macinata o tagliata da voi "a coltello"..sarebbe meglio). Quando la carne ha preso un di colore copritela con la birra e lasciatecela cuocere fino a che non viene assorbita. In un'altra padella fate cuocere delle patate tagliate a dadini ed aromatizzate con del rosmarino, salate e pepate. Quando il ragù è pronto aggiustate di sale la carne ed unite le patate.

Cotte le tagliatelle potete condire..e buon appetito, il piatto è spettacolare.

La birra utilizzata per questa ricetta è stata la Saison invernale della Glazen Toren. In sostituzione di questa birra, indicativamente, consigliamo di utilizzare una birra chiara di "carattere".. noi l'abbiamo provata anche con la Kameleon Tripel e con la Tournay Blond che si sono rilevate un ottimo abbinamento.

martedì 17 marzo 2009

Fantome Chocolat 2008




Come confondere le acque (birrarie): uno si aspetta, visto il nome, una birra scura, corposa, massiccia e il festival del tostato/torrefatto. Il buon Dany invece da vita ad una birra ambratina, e neanche tanto rossiccia, opalescente, con un’idea di polvere di cacao e una massiccia iniezione di luppoli, niente di tostato e/o torrefatto, nettamente asciutta e amaricante. Fantome è Fantome: mai aspettarsi niente di ovvio o banale. La Chocolat è una birra che si fa bere, ma non con estrema facilità: ha un naso non proprio raffinato, nel quale fa capolino la polvere di cacao, un po’ di lievito, e un leggero sottofondo maltato. Ma la birra non si fa ricordare certo per l’aroma. E’ rotonda, meno robusta di quanto gli 8° facciano presagire, con un iniziale palato rustico e granuloso, che poi lascia quasi totalmente spazio ad un luppolo pervasivo e aggressivo. Alla fine della sorsata l’85% per cento di lingua + palato ne risultano massicciamente condizionati. Ne viene fuori così un finale amaricante, non erbaceo ma asciutto e tagliente, che perdura abbastanza a lungo. Birra di carattere, non proprio caratterizzata, ma che è difficile confondere. Non sarebbe una Fantome, altrimenti. Alc. 8% vol. ©Alberto Laschi


domenica 15 marzo 2009

Dentro Westvleteren

Filip Geerts mi ha segnalato questo interessantissimo documentario , pubblicato da lui su youtube, dove due giornalisti (Jean Blaute e Ray Coke) visitano l'Abbazia di St. Sixtus a Westvleteren per un documentario da trasmettere su un canela televisivo fiammingo. Visto che è un evento eccezionale , di seguito i video.

Part 1


Part 2

venerdì 13 marzo 2009

De Heeren van Liedekercke


A Denderleeuw, a 30 minuti da Bruxelles, c'è il De Heeren van Liedekercke un bellissimo locale in stile fiammingo superspecializzato in birre artigianali. Ho avuto occasione di visitarlo la settimana passata, avevo già conosciuto Joost Defour, il proprietario, anni fà ma non avevo mai avuto l'occasione di fermarmi al suo locale.

La curiosità di fermarmi a Denderleeuw me l'ha fatta venire Kris Boelens (Boelens Brouwerij) che per natale mi ha regalato una confezione di cioccolatini con ripieno alla birra che Joost ha ideato insieme al pasticciere del suo villaggio.



Il De Heeren van Liedekercke è un locale "globale" : oltre ad un'invidiabile Carta della Birra (in carta quasi 300 etichette ed un plus di 3 pagine con birre Vintage tra cui una Westvleteren Tappo Giallo del '98 - venduta a 25 euro), un'invidiabile selezione di birra alla spina ( io ho assaggiato la Carolus Hopsinjoor) è anche un'ottimo ristorante con piatti della tradizione fiamminga e con piatti internazionali.





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La Heeren Biere, la birra scura della casa prodotta in esclusiva per il locale da Kris Boelens, è stata una piacevolissima scoperta. Una birra scura a 8% alc che si fà bere. L'aroma richiama il cioccolato ed il lievito. Al gusto ancora cioccolato e spezie (viene fuori la cannella, ma molto meno invadente che nella Santa Bee). La luppulatura è ben bilanciata con la dolcezza del malto anche se Joost dichiara che ha chiesto, per la sua birra, il dry hopping. Secondo me un gradino sopra la Pagijs.


Kasteelstraat 339470 Denderleeuw Tel: 053 68 08 88 Fax: 053 68 08 88

©Foto Vanessa Rusci

mercoledì 11 marzo 2009

Ecco qua: la Cosmos Porter

Kris della De Dolle ha presentato un suo esperimento (aveva solamente 5 fusti da 50 lt) all'ultimo Zythos: la Cosmos Porter.

Partiamo dal nome. Porter era una tipologia di birra molto popolare agli inizi del 18° secolo soprattutto tra i lavoratori del porto di Londra. Era una birra acida, come tutte le birre di quel periodo paragonabile all'attuale Rodenbach (per farsi un'idea). Nel 1955 il birrificio Costenoble di Esen (villaggio dell'attuale birrificio di Kris) produceva una birra in questo stile usando il lievito della Rodenbach e facendola maturare in tini di legno. Dopo questo passaggio il "prodotto" si avvicinava più ad un aceto che a una birra. Prendendo una parte di questo liquido ( solitamente dal 5% al 10%) e miscelato con una birra giovane si arrivava ad avere una birra nello stile delle Oud Bruin.
Alla Cosmos per renderla più bevibile veniva aggiunto dello zucchero ma (per quel che si ricorda Kris) "non era il massimo nel suo stile".

Kris partendo da questo spunto ha pensato di far rinascere questa birra "della tradizione" presentandola proprio a questo Zythos. Birra prodotta senza luppolo ha 7% alc. Il lievito usato è il Brettanomyces con aggiunta di Lactobacillis. Per ricreare questa Oud Bruin è stato aggiunto il 5% di Oerbier Reserva del 1999!



Cosa aggiungere..la birra è "abbastanza" acida (il ph è 3,41, l'aceto a confronto è un vin santo) ..comunque andava testata e sarà difficile farla scordare a tutti i "birramaniaci" che facevano la fila allo Stand della De Dolle!

Allo stand 51 potevamo comunque scegliere tra Boskeun 2009, Stout, Arabier e Oerbier alla spina..avercene...


Gianni




© La prima e la seconda foto sono di Filip Geerts, la terza di Vanessa Rusci

Zythos 2009

E' passato anche questo Zythos.. 9000 presenza in due giorni, 230 birre da una sessantina di birrifici in degustazione. E' stato sicuramente un successo per gli organizzatori ed un'occasione unica per tutti gli amanti della birra che si sono incontrati a St-Niklaas il 7 e l'8 marzo scorso.

I Birrifici e le birre. E' impossibile assaggiare tutto..mi ero fatto una lista prima di partire, rispettata in parte il sabato ma persa la domenica pomeriggio passando un'ora con Kuaska e con tutti i "nostri " birrai preferiti. Comunque tanta quantità e non sempre qualità..per questo magari finivo sempre per passare da De Ranke, De la Senne, Boelens, Achilles..ecc..ah, Blaugies aveva un'ottima Moneuse alla spina..mi è rimasta nel cuore...

La tendenza ad avere prodotti luppolati oltre la media ha messo in rilievo, secondo me, Boelens (con la nuova Tripel Klok), St Canarus ( la Maagd van Gottem aveva addirittura il Dry Hopping in bottiglia) e Contreras (Valeir Extra).
Tra le novità ho provato l'ottima V Cense del birrificio Jandrain-Jandrenoille, la Bon Homme della De Leite e la Cosmos di quel pazzo di Kris Herteeler!
Il popolo dello Zythos. Come scritto sopra 9000 persone in due giorni non sono poche..sabato era quasi invivibile, la domenica c'è stato un pò più di respiro. Ma lo Zythos ha sempre il suo fascino..americani, inglesi, olandesi, canadesi, italiani: tutti con il bicchiere serigrafato in mano alla ricerca dello "birra" dell'anno. Potevamo votare le 3 birre che ci sono piaciute di più, penso che la "coppa" la alzi de Dolle con la Cosmos..è stata che sicuramente la birra più ricercata.

Dallo Zythos al Villaggio. Non potevamo non pensare anche al nostro festival. Le prime conferme ed i primi contatti: Boelens, Cazeau, St Canarus "sicuri"; Glazen Toren, De Ranke, Rulles, Achilles, Blaugies, Hofbrouwerijke, De Dolle, Smisje , Hopperd, Kerkom e Fantome che cercheranno di organizzarsi ( e non è poco..). Purtroppo De la Senne ( inaugurerà il nuovo impianto proprio in quei giorni) e St Bernardus (ha il Festival di Bruxelles) hanno dovuto declinare l'invito. Comunque, cosa molto positiva, tutti quelli che ho incontrato conoscevano la nostra piccola realtà e anche questa non è cosa da poco.

Il nostro Web Album

Le foto di Filip Geerts (www.belgianbeerboard.com)

Le foto di Thierry & Bianca (Goddelijke drank)

Gianni

©Foto Vanessa Rusci

giovedì 5 marzo 2009

Birre Bianche (Blanche/Wit bier)

Subito la carta d’identità:

Nome: Biere Blanche (witbier in fiammingo)
Luogo di nascita: Brabante fiammingo, Nord della Francia
Tipologia: Alta fermentazione, di tenore alcolico moderato (raramente si superano i 5°)
Ingredienti: malto d’orzo, frumento non maltato, avena non maltata (raro). Speziata con coriandolo, scorza di arancia amara di curaçao
Particolarità: non filtrata e non pastorizzata, colore bianco lattiginoso (da qui il nome), opalescente

Storia. Si deve risalire al medioevo, in un paesino vicino Lovanio (30 km. circa da Bruxelles), Hoegaarden. Qui si produceva birra già dal 1318, ma tutto cambia nel XV scolo, con l’insediamento nella zona di una comunità di padri Begardi. I Begardi erano “l’alter ego” delle Beghine, movimento religioso del Nord Europa nato all’incirca nel XII secolo, formato da donne, spesso vedove di guerra o di malattia, che scelgono di vivere in comunità fra di loro, spesso sotto la guida spirituale di un sacerdote. Non erano suore, non rinunciavano alle loro proprietà, non pronunciavano i voti e potevano tornare alla vita laica quando volevano; le loro comunità si chiamavano beghinaggi (ancora oggi ce ne sono 11 in Belgio e 2 in Olanda), nelle quali si dava aiuto alle donne sole o ai malati, e il cui ritmo di vita era scandito dalla preghiera. Dapprima appoggiato informalmente dalla Chiesa, il movimento delle Beghine visse alterne vicende, e in seguito alle caratteristiche alquanto inusuali del loro movimento, andò incontro anche ad accuse di eresie, le stesse nelle quali incorsero (insieme a dure repressioni) i Begardi, predicatori erranti che vivevano in povertà spostandosi di villaggio in villaggio denunciando gli abusi del clero e predicando il ritorno al cristianesimo delle origini. In uno dei loro spostamenti, i Begardi si stabiliscono dunque ad Hoegaarden, e lì cominciano a produrre birra e vino, presto imitati dai contadini della zona. Che danno vita ad un vero e proprio exploit produttivo: in un paesino di poco più di 2000 anime si arriva a 35 birrifici insediati all’interno del territorio comunale agli inizi del 1800. La Rivoluzione Francese, con i saccheggi e le ruberie che spesso si trascinò dietro, pone fine a questo boom produttivo, e lo stile birrario della zona corse il rischio dell’estinzione, in contemporanea anche al grande successo che il mercato decretò alle pils. Dai 35 birrifici di inizio ‘800, si arriva ai 2 birrai del 1955, Tomsin e Loriers, gli ultimi detentori del segreto produttivo delle blanche. Poi anche Loriers si arrende al mercato, e nel 1957 Tomsin, per sopraggiunti limiti di età, smette di produrre.
Un lattaio texano, vicino di casa di Tomsin (che aiutava nel tempo libero), Pierre Celis, nel 1965 decide di ridare una nuova vita produttiva alla biere blanche fiamminga, e insieme a due soci olandesi ricomincia a produrre, all’inizio con veri e propri mezzi di fortuna, con la stessa ricetta “carpita” in anni di osservazione al vicino Tomsin. Per 20 anni Pierre Celis, con i prodotti della sua Celis Brouwerij, rivitalizza il mercato di questa particolare tipologia birraria, fino a che il suo stabilimento non prende fuoco: per ripianare i debiti, deve cedere alla InBev la maggioranza delle azioni della sua ditta, e si trasferisce poi in America. Ma il “miracolo” si era ormai compiuto: le biere blanche, da tipologia a rischio d’estinzione, si trasforma in birra “trendy”, che si ritaglia una bella fetta del mercato. A tutt’oggi ci sono almeno una cinquantina di biere blanches belghe, oltre a numerosissime altre produzioni europee e d’oltre oceano. E imastri birrai di tutto il mondo hanno apportato più di una variazione allo stile “classico” delle blanche, con l’introduzioni di nuove materie prime (grano kamut, farro, grano saraceno) e di speziature sempre più estreme.
Fra le “classiche” blanche belghe, da ricordare la capostipite Hoegaarden (in questi ultimi tempi un po’ cambiata, a dir la verità, in peggio), la Blanche de Watou, la Blanche de Charleroi, la Blanche des neiges, la Mater, la Wittekerke, la st. Bernardus Blanche, la Titje, la Troublette, la Blanche de Namur. Degne di nota anche le olandesi Korenwolf e Wieckse Witte. Fra le blanche più particolari, da ricordare la Waaslander di Boelens e la Tarwe della Berseel, insieme alla Triverius della De Graal; la particolare Darbyste con l’aggiunta di sciroppo di fichi, le robuste Blanche de Hainaut della Dupont e Blanche de Honnelles dell’Abbaye des Rocs, la Blanche de Saisis della Ellezelloise (priva di spezie). Ed altre ancora.
Che dire di più. Gli abbinamenti gastronomici: le biere blanches sono perfette per un aperitivo fresco, in abbinamento con frittatine alle erbe, salumi non eccessivamente saporiti, formaggi freschi e freschissimi, pasta al pesto e verdure fritte in pastella. Da ultimo, una tradizione puramente belga: la prima Hoegaarden della giornata dovrebbe essere bevuta completamente in "non più di tre sorsi" (ci si riferisce ad una bottiglia da 0,25 cl.)
Alberto Laschi
Crediti foto: Foto Hoegaarden www.wikipedia.org
Foto Pierre Celis www.brewpublic.com