mercoledì 26 novembre 2008
Tsjeeses
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mercoledì 19 novembre 2008
Straffe Hendrik Bruin
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Malheur Dark Brut
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Malheur Cuvée Royale
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Malheur Brut Reserve
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Malheur "12"
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Malheur "10"
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Malheur "6"
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martedì 18 novembre 2008
Malhuer Brouwerij
Manu, perché Malheur.. malefico?
La “leggenda” vuole che un vecchio abitante del villaggio assaggiando la nostra birra abbia detto che era “malefica per quanto buona”.. Malheur è una parola ambigua in fiammingo, può assumere un significato sia in senso positivo che negativo.. mi è piaciuta l’idea dal punto di vista della comunicazione.
Come nasce il birrificio?
Il mio avo Balthazar De Landtsheer i primi del ‘800 aprì una birreria che chiamò “De Halve Maan” a Baasrode nelle Fiandre Occidentali. Suo nipote, Emmanuel, proprio in questo edificio a Bugghenout trasformò lo stabile adibito a Taverna (attiva già del 16°secolo) in birrificio chiamandolo “De Zon” (arancione)..è per questo che usiamo tutto questo arancione! Fermata l’attività di produzione dopo la seconda grande guerra mio nonno incominciò a commercializzare birra. Importava Pilsner Urquell ed era il fiduciario per i Trappisti di Westmalle e del birrificio Lamot di Mechelen, oggi chiuso. Mio padre Adolf è stato sindaco per 33 anni di Bugghenout ed è in suo onore che ripresi la produzione di birra nel nostro villaggio.
Mi presenti le “tue” birre?
Usiamo solo acqua, luppolo, malto, lievito e zucchero.. abbiamo cercato di creare un gusto “malheur” che riesca ad affascinare gli amanti della birra. Abbiamo la “6”, una piacevole birra da esportazione con un amaro leggermente accentuato ed un finale molto lungo. La “8” , una chiara nata per l’esportazione matura per ben due mesi nelle nostre cantine. La “10”, una birra Speciale con 10% alc.; birra dal colore dorato, molto corposa. La “12”, una scura a 12% alc. molto bilanciata.. pericolosa a bersi. Poi abbiamo le nostre birre Brut.. le prime birre Brut!
Scusami.. a Bugghenout ci sono due birrifici.. voi e Boostel.. è strano che contemporaneamente sul mercato escano “due” prodotti di nuova concezione, no? Chi è stato il primo?
Nel passato le due famiglie non si amavano troppo. a me non interessano più queste gelosie di paese ma ti dico che l’idea di una birra con il metodo champenoise è stata mia. Penso che ci sia stata una fuga di notizie quando raccontai a Michael Jackson la mia idea, durante una sua visita a Bugghenout.. qualcuno del suo entourage deve aver accennato la cosa all’altro birrificio ed adesso abbiamo 2 birrerie dello stesso villaggio che producono birre con il metodo champenoise.
Malheur Brut e Dark Brut.
La Brut ha 11% alc. abbiamo studiato il processo produttivo applicato allo Champagne. Le bottiglie , in una prima maturazione, vengono tenute inclinate con la testa verso il basso. I lieviti confluiti nel collo della bottiglia vengono “fatti uscire” con il metodo del dégorgement, proprio dello champagne. Il procedimento è affascinante e costoso allo stesso tempo, ma sono orgoglioso del risultato finale. La Dark Brut, una scura a 12% alc., è prodotta con lo stesso metodo della Brut Originale ma viene fatta invecchiare in botti affumicate di rovere.. fatte costruire appositamente negli Stati Uniti. Il risultato è una birra molto complessa con aromi di cafè, cioccolato, madeira ma con gusto asciutto. Amo questa birra..
Cosa significano le “MM” sull’etichetta della “10”?
La birra è stata lanciata sul mercato nel 2000. MM corrispondono ai numeri romani per scrivere “duemila”.
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sabato 15 novembre 2008
Tingel
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mercoledì 12 novembre 2008
Brugse Zot Dubbel
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Brugse Zot
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Brouwerij Halve Maan
Nel 1988 la proprietà passa alla Riva e nei locali adibiti alla produzione vennero aperti una Sala di degustazione delle birre commercializzate, un ristorante sempre molto frequentato anche dai turisti brassicoli stranieri ed un Museo.
©Foto Vanessa Rusci
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martedì 11 novembre 2008
Bruges – Ottobre 2008
Capitale delle Fiandre Occidentali è una Città Museo vivente..la città Medievale meglio conservata d’Europa ed anche la più visitata. E’ anche una tappa obbligatoria per chi ama la birra. Oltre al birrificio cittadino che da poco ha ripreso la produzione (De Halve Maan) abbiamo dei “must” da "degustare".. questa volta ho dormito all’Hotel Erasmus e fatto l’aperitivo ed il dopocena al Brugs Beertje.
L’Erasmus è vicinissimo alla piazza principale di Bruges.. non proprio economico ma molto affascinante.. un aneddoto:
Avevo prenotato per email..all’arrivo vengo accolto da Tom Allewaert il proprietario, un anziano signore, che assomiglia a Cab Calloway in versione “sbiadita”..
“Ah..Italia”
“Yes, from Tuscany, Siena”
“ooh, Tuscany..Firennzze..Lorenzo..”
“Lorenzo..il Magnifico..?”
“No! Kuaska!”
Eh si..l’ombra di Kuaska echeggia dappertutto..se parli di birra in Belgio e dici che sei italiano, il primo nome che salta fuori è “Lorenzo”..bene, solo il fatto di conoscerlo mi ha fatto meritare la Suite..
Tappa OBBLIGATORIA a Bruges è il locale di Daisy, il 't Brugs Beertje, che quest’anno ha festeggiato i 25 anni di apertura. Il locale è in una palazzina del 1632 ed è un sogno.. molto rustico, una selezione di birre eccezionali che Daisy sceglie personalmente (della Boelens ad esempio aveva solo la WaaseWolf e stranamente non la Bieken..questo perché a dicembre "l’avrò alla spina insieme alla Santa Bee" ci spiega Daisy). Il locale (che Daisy chiama "Tasting House" e non "pub") è sempre affollato…l’80% è gente non di Bruges: ho trovato norvegesi, canadesi, americani, tedeschi, americani, giapponesi.. Durante la serata ho avuto l’occasione di parlare con uno degli organizzatori del Festival che si terrà questo fine settimana proprio a Bruges : http://www.brugsbierfestival.be/. Data un’occhiata alle birrerie che saranno presenti sarebbe un appuntamento da non perdere..peccato non essere obiqui ma solo obliqui dopo qualche birra..
Gianni
©Foto di Vanessa Rusci
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lunedì 10 novembre 2008
Laboratori al Salone del Gusto
A differenza di Alberto sono stato sul classico.. Lambic con Armand Debelder della 3Fonteinen, Westvleteren con Jef van den Steen (giornalista e birraio della Glazen Toren) e il laboratorio con Teo Musso (Baladin) che ci ha spiegato la filosofia della “sua birra da divano”..la Xyauyù.
« Per il birraio le proprie creazioni sono il prolungamento della sua personalità », la frase di Kuaska si veste intorno ai tre personaggi che abbiamo incontrato. Armand e Jeff (che ha fatto una splendida introduzione storica alle birre Trappiste) con l’umiltà e la passione che li contraddistingue, ci hanno fatto immergere nel loro mondo..le degustazione sono state un viaggio di sapori : dal Lambic piatto alla stupenda (haimè centellinata) birra di Wesvleteren. Nei nostri archivi potete trovare tutto quello che vi incuriosice sulle Lambic e sulle Trappiste.
Non avevo mai incontrato Teo Musso..Matteino (Teo) Musso: il nume tutelare della birra di qualità in Italia, il santo patrono di tutti i mastrobirrai artigianali italiani, il precursore, l’innovatore, il genio birrario etc. etc. Con lui i complimenti si sprecano.. ma c’è chi lo vorrebbe santo subito, c’è chi ne costruisce già agiografie con tanto di miracoli in serie. Come poterlo descrivere in maniera un po’ più “adeguata”? Penso in due modi: il primo, quello autobiografico, quando Teo dice di sé: «La mia natura è quella dell’oste. Sono uno che accoglie. Ho viaggiato parecchio, adesso sto fermo e cerco di creare un mondo qui. Se ti muovi, non riesci, crei solo uno stile di vita, non un mondo»; il secondo invece è il vederlo attraverso gli occhi di Kuaska (suo compagno di strada della nouvelle vague birraria italiana), che lo definisce “the boy that never sleeps”, riferendosi alla sua straordinaria vitalità produttivo/imprenditoriale. Ripeto le parole di Alberto, ma come non farlo.. Teo è comunque un passo avanti, se non due.. interessante , alla fine del laboratorio, il suo appello ai birrai italiani a far nascere una loro identità..ormai la sua missione birraria vive in altri livelli e “sconsiglia” ai nuovi (troppi) birrai di prenderlo ad esempio..ognuno ha la sua storia.
Il Laboratorio si incentrava sulla Xyauyù..dalla prima prova del ’97 fino alla versione attuale in commercio…ed il racconto affascina: le prove nell’aia dei genitori..il nome suggerito dalla figlia, la ricetta tecnicamente collaudata a cui siamo arrivati. Birra (?) complessa.. Niente carbonazione.. Nel bicchiere si intrecciano profumi che rimandano a suggestioni di vin cotto, datteri e fichi appassiti. La profondita' dell'analisi suggerisce sentori di creme caramel e miele di castagno, in una cornice di toni caldi che chiude il quadro con elementi" di nocciole tostate e gradevole speziatura. L'assaggio esprime le sensazioni verificate all'olfazione diretta. L'attacco e' mediamente dolce,con un buon calore in centro bocca, di spiccata morbidezza.
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domenica 9 novembre 2008
"Ai confini della Birra" - Laboratorio Salone del Gusto 2008
Pubblichiamo un secondo report di su un laboratorio di degustazione a cui abbiamo partecipato durante il Salone del Gusto. Ci stacchiamo per un momento dal Belgio raccontandovi “ Ai confini della Birra”.
Avevo detto all’inizio 6 birrifici con 6 birre, e ne ho recensiti solo 5. Per carità di patria ometto di parlare del 6° birrificio e della 6° birra: ancora oggi non ho capito cosa ci facesse, in un panorama così solido, di lunga tradizione e di provata esperienza, la prova produttiva di un giovane mastro birraio dell’Italia Centrale che di fatto si è dimostrato un vaso di coccio fra imponenti vasi di ferro. Non era proprio il caso.
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione 3Fonteinen (video)
Parte 1
Parte 2
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sabato 8 novembre 2008
Villaggio '08 - Laboratorio degustazione "Homebrewer" (video)
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Den Hopperd (video)
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Brasserie de Blaugies (video)
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giovedì 6 novembre 2008
Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Cantillon Gran Cru (video)
Kuaska, Joris Pattyn e Schigi presentano la "Cantillon Gran Cru" durante i Laboratori di degustazione del Villaggio della Birra 2008.
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Birrificio Petrognola (video)
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Birrificio Lambrate (video)
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Brouwerij Boelens (video)
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mercoledì 5 novembre 2008
Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Birrificio Olmaia (video)
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martedì 4 novembre 2008
Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Achilles Brouwerij (video)
Kuaska, Joris Pattyn e Schigi presentano, insieme a Achiel Van de Moer (Achille Brouwerij), la "Serafijn Gran Cru" durante i Laboratori di degustazione del Villaggio della Birra 2008.
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Birrificio Montegioco (video)
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Villaggio '08 - Laboratorio degustazione Brasserie de Cazeau (video)
Kuaska, Joris Pattyn e Schigi presentano, insieme a Laurent Agache (Brasserie de Cazeau), la Saison de Cazeau durante i Laboratori di degustazione del Villaggio della Birra 2008.
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lunedì 3 novembre 2008
“ Le birre innovative degli america’s beer poets”
Carlie Papazian (qui a sx, foto da www.siouxcityjournal.com), l’ex ingegnere nucleare armeno attualmente residente negli USA a Boulder (Colorado), fondatore (1979) della Brewers Association, Kuaska e Luca Giaccone: questi gli attori principali del laboratorio incentrato sulla scoperta delle nuove birre artigianali americani, quelle più inusuali, più particolari, più “poetiche”, come il titolo stesso del laboratorio faceva presagire.
E sono state proprio birre “dell’altro mondo”, sia in senso geografico che in senso gustativo: spesso estreme, alcune spiazzanti, una in lattina (!), ma tutte con una vena di sana follia. Com’è sanamente folleggiante l’ambiente americano dei birrificatori artigianali, non del tutto marginale all’interno del mercato dei consumi birrari USA, nel quale rappresenta un buon 5% (così come lo stesso Papazian ha raccontato ai presenti). Interessantissimo anche il breve preambolo che Papazian ha fatto precedere alla degustazione, nel quale ha delineato a grandi linee l’evoluzione produttiva della birra artigianale in USA, e la filosofia che ci sta dietro. Innanzitutto: gli americani hanno studiato, e dal 1980 al 1990 (circa) hanno prodotto birre ricalcando “filosoficamente” gli stili birrari ormai più che strutturati nel Vecchio Continente, ma rivisitandoli, attraverso l’uso di materie prime autoctone e non proprio affini a quelle usate in Europa. E il trend è continuato dalla metà degli anni ’90, con la produzione di birre molto alcoliche, estreme, molto maltate, prodotte sempre mediante l’uso di lieviti e malti USA. Adesso in America si sta assistendo ad una terza fase nella filosofia produttiva: oltre all’uso generoso del luppolo in alcune tipologie produttive, adesso i brewers americani si sono innamorati anche dell’invecchiamento in botti di legno delle loro birre, pur non avevano ben chiaro, all’inizio almeno, quale sarebbe stato l’esito di tale procedura. Lapalissiana in questo senso l’affermazione di Papazian stesso: “gli americani adesso stanno raffinando i propri processi produttivi; adesso hanno un’idea abbastanza precisa di dove vogliono arrivare, anche se non l’hanno ancora scritta”. Il loro è uno working progress.
Passando alla “lista” vera e propria delle birre proposte in degustazione, la prima (di una lunga serie di salti gustativi ed alcolici) è stata la Samuel Adams Chocolate Bock della Boston Beer Company, una dunckler bock di 5,5° prodotta una volta l’anno grazie alla collaborazione con il mastro cioccolataio svizzero Felchlin. Buona birra, leggera seppur corposa, prodotta con il cacao del Nord della Bolivia. Come ha detto Kuaska, un “buon esempio semi-artigianale di una produzione semi-industriale”.
Bella filosofia, birre impegnative, non sempre di facile bevuta, sicuramente non banali; difficili, ma non eccentriche né stravaganti. Non è impossibile, quindi, produrre prodotti “estremi” senza renderli imbevibili: qualcuno, in Italia, dovrebbe buttarci l’occhio e prendere appunti ….
AL
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domenica 2 novembre 2008
Villaggio della Birra 2008..youtubbizzato
Abbiamo aggiornato anche l'home page del sitoweb http://www.villaggiodellabirra.com/
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