Delle due l’una: o io ho una no esatta percezione della scala cromatica, o loro scrivono sull’etichetta una cosa che non è. Ma questo è l’unico difetto riscontrabile (a parte anche il disegno stesso dell’etichetta: sarà anche nipote del boss, ma un disegno così sulle’etichetta di una birra ….). Una birra che si fa bere con semplicità, piacere e correttezza. Una bella bionda (e sottolineo bionda), dalle sfumature come quelle dell’oro antico, molto opalescente, non ci si vede proprio attraverso. Ha una schiuma spettacolarmente compatta e ben costruita, ricca e cremosa, dalla lunga persistenza, ricchissima di aroma: un luppolo speziato, ricco e fragrante, un lievito piccante, aromi citrico e leggermente agrumati. Veramente la parte migliore di questa birra. Il corpo è dangerous drinkable: inganna per la sua rotondità e bevibilità, pericolosamente watery. Va giù che neanche te ne accorgi, riempiendo lingua e palato di un luppolo nettamente amaricante, legato a note anche qui speziate (curacao) e nettamente dissetanti. La bocca resta a lungo asciutta e pulita, e il ricordo delle note amaricanti del luppolo permane a lungo. Veramente una bella bionda, leggera ma completa. Alc. 6.5% alc. vol © Alberto Laschi
sabato 25 aprile 2009
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