giovedì 31 gennaio 2008

Le birre degli Struise, a breve, in Birrerya



Avevo chiesto a Urbain degli Struise che potevamo pubblicare in un libro il nostro "epistolario". Eravamo d'accordo con il titolo "Odissea", se qualcuno non ci chiedeva i diritta d'autore..

Bene, la Birreria Struise è in fermento..aggiudicato il premio da retebeer.com di migliore birrificio del mondo..il "One Man Show" Urbain  ha trovato tempo per noi per rispondere a qualche domanda...la prima ovviamente è su quando ci invierà le birre che avevo ordinato il 15 marzo 2007..

"Aiaiai Gianni..mi dispiace di tutta questa attesa. Dopo i problemi relativi all'imbottigliamento della passata estate abbiamo riniziato ad imbottigliare a novembre. Puoi immaginarti il numero di clienti in lista di attesa..fra cui voi! Nel frattempo Ratebeer ci ha premiato come "Best brewery on the planet" e qui mi si è triplicato il lavoro..non di brassaggio ma di Public Relations. Giornali che volevano 
intervistarti, televisioni, radio.. siamo stati un pò presi alla sprovvista..i miei soci mi aiutano
solamente il fine settimana..nel resto dei giorni Urbain brassa, Urbain pulisce, Urbain fà le fatture, Urbain riempe i documenti doganali, Urbain risponde al telefono..One Man Show! MA
ti chiedo qualche settimana per prepararti qualcosa..Pannepot Reserva, Pannepøt, Stuise Rosse e Witte. Ok?"

Per forza!! Ho preparato qualche domanda per presentarvi al meglio "pubblico" italiano. Sei pronto?

"Te lo devo......."

Ci ridici chisono gli Struise Brewers?
Io sono Urbain Coutteau, mastrobirraio e Responsabile delle operazioni della Struise Brewery. I miei soci ed amici sono impegnati principalmente in altre attività: Carlo Grootaert lavora nel mondo vitivinicolo, è un agente di vendita per la Robotvins (www.robotvins.com); Phil Driessens è un rappresentante di vendita per Pgcars (www.pgcars.be); Peter Braem è un ufficiale dell’Esercito del Belgio (www.mil.be). Riassumendo siamo 4 amici che i weekend si riunivano, e continuano a riunirsi, per fare birra..con il sogno di far conoscere i propri prodotti da un vasto pubblico internazionale.

Qual è stato il primo passo verso la produzione di birra. Com’è nata questa passione?
Durante la mia permanenza decennale in Africa ho avuto modo di avvicinarmi al mondo della produzione brassicola. Una volta rientrato in Belgio ho voluto condividere le senzazioni, gli aromi ed il gusto di “creare” una birra artigianale. Nel 2001, abbiamo prodotto la nostra prima birra, la "Struise witte" nell'agriturismo "De Noordhoek" vicino Lo-Reninge, (www.noordhoek.com) di mia proprietà. Una birra tira l’altra e la lista delle nostre produzioni è cresciuta, insieme all’entusiasmo ed al consenso locale dei nostri prodotti al punto di decidere di entrare nel commercio. Non volendo esporci troppo finanziariamente abbiamo deciso di affittare l’impianto di produzione alla Deca.

Come nasce una birra degli Struise?
Progettazione! Insieme a Carlo, gli ultimi due anni, abbiamo assaggiato +/- 750 tipi diversi di birra provenienti da tutto il mondo. Abbiamo catalogato stili, aromi, gusti..ecc..creandoci un background che ha contribuito a chiarirci le idee nel momento della progettazione di una birra. Arrivati ad avere una mente aperta abbiamo iniziato a sognare e a brassare.. nel 2006 sono arrivati i primi riconoscimenti internazionali.

Tutto si ferma alla business?
No, no..abbiamo anche una missione. Principalmente la promozione della nostra tradizione e cultura brassicola. Poi attraverso lo sviluppo delle nostre birre cerchiamo di promuovere turisticamente il nostro villaggio, Westhoek e il più storico Lo-Rininge.. La nostra zona è già famosa per la birra (a pochi chilometri abbiamo St. Sixtus, De Dolle, St.Bernardus, Van Eecke) ma anche per la produzione di formaggi e per la produzione di carne..La nostra bellissima campagna, le nostre spiagge non hanno nulla da invidiare ad altre zone in Belgio ed in Europa. Quindi…Venite, venite, venite!

Di quale vostra birra siete più orgogliosi?
Risponderti è difficile. Andiamo fieri di tutte le nostre birre. Forse la nuova “Tony’s New Porter”, che ancora non commercializziamo. Considera che durante i giorni lavorativi non bevo..e questa cremosa e morbida porter di 5°alc. mi piace berla al posto del caffè durante il giorno.. Houston, credo di avere un problema……

Allora..togli le tue..quale birra preferisci stappare quando sei in relax?
Ho avuto la fortuna di assaggiare e gustare birre splendide come Three Floyds Dark Lord Russian Imperial Stout, Lost Abbey The Angels Share, Russian River Beatification, Three Floyds Dreadnaught Imperial IPA, Mikkeller Simcoe IPA ma la mia preferita rimane la Avec les Bons Voeux “ una birra stagionale della Brasserie Dupont perfettamente equilibrata e ben luppolata. Avrei voluto averla fatta io..

C’è “fermento” nel mondo?
Negli USA ed in Danimarca ci sono piccoli birrifici che stanno creando cose magnifiche..chi ci avrebbe mai pensato!

Progetti futuri?
Principalmente la nostra attività si stà sviluppando, in maniera esponenziale, negli Stati Uniti. Stiamo collaborando con Chris Lively of www.ebenezerspub.net e Sean Paxton of www.homebrewchef.com
Per Chris .abbiamo realizzato la Black Albert, la nostra super stout, che ha scalato le classifiche di Ratebeer e di beeradvocate..ed ha portato l’Ebenezers Pub ad essere il più famoso degli States tanto che a fine aprile a Portland, nel Maine, insieme a Chris, apriremo il Pannepot-Cafè. Il nostro progetto è quello di riuscire a fare una piccola produzione a Portland cercando di convolgere i migliori produttori artigianali mondiali; selezionare dalle 75 alle 100 birre da proporre alla spina ed avere una carta con oltre 1000 birre artigianali da proporre a tutti i “fanatici” della birra. Insieme alla birra verrà proposta anche una cucina “fusion” proposta a prezzi economici così che tutti potranno sedersi a godere del nostro servizio. Seguite gli sviluppi sui nostri sitiweb www.struisebrouwers.be and www.pannepotcafe.com

Ok, Urbain grazie del tempo concessoci..aspettiamo le vostre birre..




martedì 29 gennaio 2008

Villaggio della Birra 2008 - 6/7 Settembre



Abbiamo cominciato  a mettere mano al Villaggio della Birra 2008 - Festival dei piccoli birrifici.
Quest'anno cercheremo di dar da mangiare a tutti..oltre che al bere!Le date saranno il 6 e 7 Settembre. Sempre a Bibbiano (Buonconvento.Siena).

Le prime conferme di partecipazione le abbiamo avute dalla Blaugies, come già scritto, e da Kris Boelens. 






venerdì 25 gennaio 2008

Sint Canarus Huisbrouwerij in arrivo in Birrerya!

A Febbraio La Sint Canarus Huisbrouwerij entrerà nel nostro catalogo!

Piet Meirhaeghe, mastrobirraio e Deus ex-machina della Sint Canarus, produce le sue birre, attualmente, negli impianti della DECA Service a Woesten-Vleteren. Non è il solo ad affittare gli impianti di brassaggio, si alterna settimanalmente ad Urbain degli Struise e molto spesso a Nino della De Ranke.



La sua “scommessa”, Piet, la fa nell’estate del 2002. Dopo aver lavorato per un po’ di anni alla Riva apre una taverna a Gottem dove servire le proprie birre. Non potendo investire in un proprio impianto inizialmente produce alla De Proef e dal 2005 inizia a “sfruttare” gli impianti della più vicina DECA Service.

Il nome è un’adattamento del motto dei Vigili del fuoco del suo Villaggio: “Sempre Paratus” (Sempre allerta) modificato in “Sempre Canar” (Sempre Ubriaco)..latinizzando è nata la Sint Canarus.

Al momento Piet, produce regolarmente 3 birre: la St. Canarus Triple, la Potteloereke e la Willy Krieger.

Ci facciamo dare un’opinione da Filip Geerts:
“La Triple è una classica ed ottima birra. Perfettamente nello stile. La Potteloereke è una birra scura (8%vol. alc.) leggermente speziata; prevale la liquirizia. L’ultima, la mia preferita, la Willy Krieger. Una bella birra dorata, con un grande corpo ed un amaro a 40 IBU. Piet utilizza, nella produzione, solo luppoli di Poperinge. Chi riesce a visitare la Taverna potrà poi assaggiare altri esperimenti birrari. Quest’inverno sono riuscito ad assaggiare la Natalizia (Sint-Canarus Christmas Beer) che poi ho ritrovato al Kerstbier Festival di Essen in splendida forma.”

  


© Foto di Filip Geerts

Huisbrouwerij Sint Canarus
Polderweg 2
9800 Gottem-Deinze

giovedì 24 gennaio 2008

DuvelMoortgat acquista Liefmans?

La DuvelMoortgat ha ufficializzato l'offerta d'acquisto della fallita Liefmans Brouwerij, depositandola in Tribunale.

La Liefmans Brouwerijs era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Kortrijk il passato Dicembre.

domenica 20 gennaio 2008

Kameleon Ginseng




La birra più "particolare" di questa linea: viene aggiunto delle radici di ginseng tritate nella produzione, ma non se ne sente molto il sapore nel prodotto finale. E’ una birra bionda molto leggere e beverina, dal color biondo pallido e dalla schiuma fine e croccante; ha naso leggero, quasi sfuggente, con il luppolo in evidenza, insieme a sensazioni erbacee. Il corpo è leggero, quasi sfuggente, non molto strutturato, improntato all’asciuttezza e alla bevibilità; poche note in rilievo, un po’ di luppolo, un po’ di lievito e poco altro. Alc. 6.5% vol ©Alberto Laschi

Kameleon Amber



Una buona birra ambrata, questa, asciutta e secca quasi come se fosse una classica bitter inglese. Gli fa difetto un po’ la carbonazione, relativamente poco accentuata, e il colore, che non è proprio ambrato, ma piuttosto dorato carico. Comunque ha una bella testa di schiuma che sparisce abbastanza rapidamente, e naso fresco e asciutto di luppolo con alcune sensazioni citriche, che vengono forse dal lievito. Al palato è asciutta e rinfrescante, molto ripulente, caratterizzata dai malti appena tostati e dalle note secche del luppolo, che la rivestano completamente. Finisce svelta e ripulente. Alc. 6% vol ©Alberto Laschi

Kameleon Tripel



Triple fatta con tutte le caratteristiche al loro posto, quello giusto. Bella testa di schiuma, dalle bolle grosse, abbastanza persistente, colore dorato brillante; il naso è molto ricco, con sensazioni di luppolo, di coriandolo e di altre spezie, con una nota aranciata che l’avvolge. Corpo rotondo senza essere troppo consistente, molto ben strutturato: vi si avvertono note di malto (molto asciutto), di lievito e di luppolo, con sentori di frutta bianca (mela?) e una sensazione diffusa ma non sovraccarica di asciuttezza e freschezza. Finisce lunga, asciutta e ripulente. Alc. 8.5%vol ©Alberto Laschi

sabato 19 gennaio 2008

Balthazar 2007



Prodotta con luppoli Hallertau e golding, 4 tipi diversi di malto, zucchero scuro candito, ccardamonio, coriandolo e zenzero. Un bel po’ di roba per questa birra complessa e particolare, dal colore tonaca di frate quasi impenetrabile. Nello sversare offre un enorme cappello di schiuma, marroncina, cremosa e persistente, e spicca subito per un naso ricco ma non proprio affascinante ed equilibrato. Si ha subito il sentore delle spezie usate, lo zenzero e il coriandolo in particolare, note molto tostate di caffè/cioccolata e un’idea di abboccato datat dallo zucchero candito. Anche il gusto è complesso, ma un po’ troppo caratterizzato da un sentore di resina, medicinale, di liquirizia che è un po’ troppo preponderante all’inizio. Arrivano in un secondo momento le note speziate, con lo zenzero che la fa da padrone, e il liquore del finale, che comunque è abbastanza persistente. Anche la carbonazione massiccia non la rende facilmente bevibile. Ricca ma un po’ affastellata. Alc. 9% vol. ©Alberto Laschi

Melchior 2007



Birra “nata” nel 2005, fa parte della classica famiglia delle belgian strong ale con rifermentazione in bottiglia; non filtrata né pastorizzata ha un bel colore aranciato, opalescente, dalla schiuma enorme, cremosa e persistente. Brassata con luppolo Challenger e Goldings, ha un aroma non particolarmente caratterizzato, se non per le note acidule del lievito e asprigne del luppolo, con un che di tergano e affumicato. Il corpo è eccessivamente robusto, molto alcolico, con la vampata del miele che colpisce subito e satura. Non molto frizzante, il corpo massiccio e rotondo si evolve in un finale caldo e sufficientemente corretto, senza particolari voli pindarici. Una strong, strong ale. Alc. 11% Vol. ©Alberto Laschi

Maurootje Lauwse Saison



Esempio di saison veramente “tirata”, particolare, che mette insieme note gustative alquanto particolari e diverse fra di loro. Ha un bell’aspetto dorato, con un cappello di schiuma corposa, di media persistenza. Ha naso che si presenta in maniera decisa e attira subito l’attenzione; emergono note asprigne, citriche, una luppolatura decisa e un ricco bouquet di spezie. E’ il palato che “spiazza” di più: dopo la “fiammata” data da una carbonazione decisa, si possono subito decifrare note citriche molto decise, un sottofondo acidulo (sembra di sentire le note acetate di una barley wine)e una generale sensazione astringente, data da una marcata luppolatura. Per palati educati e per menti aperte ad una sperimentazione non spintissima, ma decisamente fuori dall’ordinario. 7% alc. Vol ©Alberto Laschi

Alvinne Triple




Ci siamo, anche questa triple dorata, opalescente, dalla bella testa cremosa di schiuma, è una birra ben riuscita, equilibrata, rotonda ed appagante; un’ altra produzione azzeccata di questa brouwerij. E’ rifermentata in bottiglia con l’aggiunta di zucchero in cristalli, non pastorizzata e non filtrata, prodotta con luppoli Fuggles, Challenger, ed Ek Goldings, malto Vienna, con un’aggiunta di un tocco di vaniglia; è birra che si fa facilmente apprezzare, nonostante la corposa gradazione alcolica, con aroma leggero di fiori e frutta matura, un tocco iniziale (solo un tocco) acidulo, e un sottofondo di malto. Ha corpo equilibrato e rotondo, corposo ma non robusto, senza un carattere estremamente spiccato, ma con una corsa lunga ed equilibrata, dove si alternano note morbide del malto e dello zucchero candito, della frutta matura e una sensazione finale leggermente secca ed astringente. Dissetante, asciutta, robusta ma non “pesante”, adatta anche per una stagione non particolarmente fresca, estremamente bevibile. Alc. 8.7% vol. ©Alberto Laschi

Alvinne Extra Restyled





Dai primi di gennaio 2008 sarà messa in commercio una nuova Alvinne Extra (Restyled) , con ricetta (ed etichetta) rivisitata. Al momento, Assaggio preliminare solo direttamente in birreria. Dry hopping solo utilizzando luppolo Amarillo. Alc. 7% vol.

Alvinne Extra



Birra fuori produzione dal 2007. Birra “costruita” con la tecnica del dryhopping, cioè con l’aggiunta di fiori di luppolo durante la prima fase di fermentazione del mosto di birra. Ha colore dorato, leggermente opalescente, schiuma ricca ed abbondante, mediamente persistente. Ha aroma secco e frizzante, molto rinfrescante, quasi croccante: si nota il luppolo, chiaramente, note secche di fieno essiccato, un leggero tocco speziato che lo rende veramente interessante. Il corpo è snello, ma non sfuggente, ha consistenza distinta ma allo stesso tempo estrema bevibilità. Dà al palato un iniziale tocco rotondo, per poi evolversi nella fase secca e dissetante. Il luppolo la caratterizza, senza però renderla eccessivamente secca o astringente. Lungo, equilibrato e soddisfacente il finale. Alc. 7,1% vol ©Alberto Laschi

Dai primi di gennaio 2008 sarà messa in commercio una nuova Alvinne Extra (Restyled) , con ricetta (ed etichetta) rivisitata. Al momento, Assaggio preliminare solo direttamente in birreria.





Alvinne Brune




Schiuma fine e non molto persistente, colore ambrato molto carico, al limite della tonaca di frate. E’ una birra che “parte” molto bene di naso, con note caramellate,quasi gommose, tostate e un tocco di liquirizia e caffè. A bersi scivola via “liscia”, con note di malto, caramello, grano leggermente tostato e un’eccessiva nota di liquirizia finale. Nel retrogusto alternanza di note abboccate e note astringenti di liquirizia ed erbe medicinali. Alc. 6,5% vol ©Alberto Laschi

Alvinne Blond




Bella birra bionda, costruita egregiamente da questa quasi new entry fra le brasserie belghe. Ha un colore dorato leggermente opalescente, a causa della non pastorizzazione della non feltratura. Ha schiuma fine ed abbondante, abbastanza persistente, con un aroma ricco e diffuso di malto, di frutta bianca matura, con un tocco leggero di miele. Ha corpo rotondo, leggero e molto ben bevibile: ha la leggerezza della bevibilità abbinata alla completezza della gamma dei sapori, che vanno dall’abboccato dell’orzo e del malto, dei fiori bianchi maturi, con un tocco leggero nel finale di lievito e spezie. Ha frizzantezza decisa ma non esasperata, corsa finale leggera e prolungata, equilibrata e perfettamente godibile. Una bella bionda. Alc. 6% vol ©Alberto Laschi

Alvinne Picobrouwerij



Picobrouwerij Alvinne è un piccolo birrificio artigianale con sede ad Heule, vicino ad Ingelmunster (sede della storica Van Honsebrouck Brouwerij). Il nome della birreria viene preso da una leggenda popolare su un’elfo dalle sembianze femminili, ripreso anche nel loro logo e nelle loro etichette. Il nome "Picobrouwerij" è un gioco di parole: Pico, nel Sistema di Misurazione Internazionale, è un prefisso utilizzato quando si misurano oggetti piccolissimi, mentre Brouwerij è la traduzione in fiammingo di Birreria.

I fondatori, Davy Spiessens e Glenn Castelein, da appassionati homebrouwers, decidono di realizzare il loro sogno di produttori di birra nel 2002 iniziando a produrre le proprie birre dal loro amico Wim Sayens della De Graal Brouwerij. Nel 2003 viene ufficializzata la nascita della microbirreria a Ingelmunster.



Davy e Glenn durante lo Zythos Festival 2007

Nel 2006, visto i successi dei loro prodotti, i due amici decidono di investire ancora e la Picobrouwerij diventa Microbrouwerij. Trasferitisi ad Heule, la capacità produttiva viene portata a 12 ettolitri a settimana.. quasi 500 ettolitri all’anno.

Oltre a commercializzare i loro prodotti con le loro etichette, Davy e Glenn affittano il loro impianto anche ad altri piccolissimi produttori e realizzano birre “personalizzate” su ordinazione. Annualmente viene organizzato anche un corso per homebrewers..iniziativa per far avvicinare ad appassionare le persone al mondo della birra artigianale.

Picobrouwerij Alvinne
Mellestraat 138
8501 Heule
www.alvinne.be



mercoledì 16 gennaio 2008

Jan de Lichte



Il nome di questa birra (entrata in produzione nel 2005) fa riferimento ad un noto personaggio della storia locale, Jan de Lichte: capo di una banda di ladri e malfattori che aveva imperversato nella regione di Aalst-Zottegem nel XVIII, fu giustiziato proprio ad Aalst all’età di 25 anni.

Esempio molto interessante di biere blanche belga, nel “settore” della tradizione delle birre bianche aromatizzate. Per produrla viene applicata la stessa tecnica di grassaggio di una dubbel; materie prime adoperate sono orzo, grano, avena e grano saraceno, con l’aggiunta di un mix di curacao e coriandolo. Ha colore biondo brillante, schiuma fine e non molto persistente, frizzantezza accentuata. E’ ricca di aroma, citrico, speziato, notevolmente agrumato, che rinfresca e lascia una piacevole sensazione di pulizia. Corpo all’inizio molto snello, senza essere sfuggente; nel perdurare della degustazione vengono fuori prepotentemente le note speziate del coriandolo, dolciastre del curacao e rinfrescanti dell’agrumato, che la rendono molto beverina. Molto forte l’impronta speziata anche nel finale, meno asciutto e ripulente del corpo e dell’aroma. Al. 7,5% vol ©Alberto Laschi

Canaster



Bella birra natalizia, dal colore marrone non scuro e dai riflessi ramati; bella testa bianca di schiuma, fine, corposa, di media persistenza. Ha un naso fine, non appariscente, con note di mandorle e noci, di lievito e u tocco speziato nel finale. Il corpo è rotondo, molto robusto, che riscalda subito il palato. Ha note caramellate, di zucchero candito e frutta secca, sprigiona una forte sensazione di calore e finisce con note che fanno ricordare la liquirizia, il cioccolato amaro e un’idea di (polvere di) caffè. La frizzantezza accentuata la rende molto asciutta e ripulente, ideale per questa birra robusta e articolata, dando vita ad un finale discretamente lungo e vagamente asprigno. Alc. 8,3% vol ©Alberto Laschi

Ondineke



Ondineke (Oilsjtersen Triple) è la seconda birra, in ordine di tempo, prodotta dalla Glazen Toren. Ondineke è uno dei personaggi del romanzo “De kapellekensbaan” di Luois Paul, lo scrittore più famoso di Aalst, una statua del quale si trova nel centro di Aalst. La tipologia di questa birra, unita al fatto che viene utilizzato luppolo della zona di Aalst (hellertau mittlefruh), ha fatto sì che il consiglio comunale della città l’abbia scelta quale “birra della città”: il giallo e il rosso dell’etichetta sono infatti i colori municipali. Birra dal bel colore biondo, con schiuma abbondante fine e non molto persistente. Al naso ha un inizio fruttato, molto abbocato, di frutta bianca matura e una nota fuggente di caramello. Al palato alterna note maltate a note più secche ed astringenti, lievemente citriche,che però non contrastano con la sensazione globale di rotondità che il corpo di questa birra offre. Il finale è discretamente lungo e persistente, con la prevalenza di note astringenti. Alc. 8,5% vol © Alberto Laschi

Saison d'Erpe-Mere



Questa è stata la prima birra prodotta dalla Glazen Toren. Birra stagionale prodotta nella migliore delle tradizioni delle saison dell’Hainaut, con ingredienti accuratamente scelti: acqua proveniente da un profondo pozzo artesiano, malto, frumento, zucchero liquido, luppoli e lievito, senza nessuna spezia in aggiunta. Bionda dal colore leggermente velato, ha schiuma compatta, abbondante, cremosa e molto persistente. Ha naso asciutto e frizzante, ricco di note luppolate, erbacee, con una finale ricco di malto e un tocco di lievito aspro. Ha corpo molto beverino, leggero e rotondo allo stesso tempo: si avverte la prevalenza del lievito, molto secco, e del luppolo, ma lascia una sensazione fruttata molto ben costruita ed equilibrata nel finale. Ottima, assomiglia alla saison Dupont, senza averne l’eccessiva secchezza. Alc. 7,5% vol ©Alberto Laschi

Glazen Toren Brouwerij



Birrificio nato  ufficialmente l’11 Novembre 2004, fondato da Jef van den Steen (famoso giornalista birrario e degustatore) , Dirk De Pauw, a cui si è aggiunto nel 2001 Mark De Neef. I primi due, fin dal 1988 hanno cominciato, per pura passione birraria, a fabbricare birra artigianale in casa; la passione poi ha raggiunto la professionalità attraverso il corso triennale di formazione alla scuola CTL di Gent, presso la quale si sono entrambi diplomati nel 1994. Da qui il salto di categoria: hanno cominciato a produrre on più artigianalmente, e lo hanno fatto nello stabilimento dimesso della birreria Meesters a Galmaarden.

  
A sinistra:Jeff Van Den Steen (al centro) al Villaggio della Birra 2007 con la moglie. A destra: Dirk De Pauw e Mark De Neef nel loro stand allo Zythos Beer Festival 2007


Poi la produzione si è definitivamente spostata nei locali attuali ed ha ha avuto il suo definitivo incremento con l’arrivo del terzo socio, De Neef. Attualmente la gamma di birre è allargata a 4 tipologie, tutte imbottigliate in confezioni da 0,75, con un impianto che permette una cotta di 20 hl per volta. Sono tutte birre ad alta fermentazione, con rifermentazione in bottiglia, e non filtrate. Il nome deriva dalla via dove ha sede la birreria (Glazentorenweg a Erpe-Mere).

Villaggio della Birra 2007: la donazione all'A.I.R.C.


Archiviamo il Villaggio della Birra 2007 con la ricevuta della donazione all'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

L'importo è di 680 euro.

Grazie a tutti


domenica 13 gennaio 2008

Den Hopperd, il birrificio che parla bio



di Marco Ghelfi. Foto ©Vanessa Rusci.  Su gentile concessione di www.fermentobirra.com

All’ultima edizione del Villaggio della Birra a Bibbiano, lo scorso settembre, tra i birrifici belgi presenti c’era anche il Den Hopperd di Ramsel, un piccolo paesino della provincia di Anversa, nelle Fiandre. Abbiamo incontrato Bart Desaeger, il proprietario, e ci siamo fatti raccontare qualcosa su di lui e le sue birre per gli amici di Fermento Birra.


Bart alla spillatura. Durante il Villaggio della Birra 2007


Bart, partiamo dall’inizio. Com’è cominciata la tua avventura da mastro birraio?
Ho frequentato l’Università della Birra a Lovanio, dai diciotto ai ventidue anni, e già in quel periodo facevo i primi esperimenti casalinghi. Una volta terminati gli studi ho pian piano rimesso a posto la vecchia casa di campagna dei miei futuri suoceri. E’ lì, nel 1996, che è nato il birrificio. Oggi produco nella mia casa di Ramsel, dove da poco ho anche aperto un piccolo pub in cui vendo le mie birre alla spina.


Cosa significa per te fare birra?

Potrà sembrare strano, ma produrre birra rimane fondamentalmente un hobby. Lavoro da ormai diversi anni come tecnico di laboratorio presso il birrificio Duval, ed è questo che considero il mio impiego principale. Creare nuove birre mi diverte, amo seguire in prima persona la produzione ed è per questo che ho deciso di mantenere una dimensione piuttosto piccola. E ciò nonostante le richieste di maggiori quantitativi non manchino.


A quanto ammonta la tua produzione?
Produco all’incirca 250 ettolitri ogni anno, brassando un paio di volte al mese.


Le materie prime che utilizzi provengono unicamente da agricoltura biologica. Da dove la scelta?
Anzitutto credo in questo tipo di coltivazione, che mantiene integre le qualità degli ingredienti. Non vi nascondo però che la decisione di dedicarmi in maniera esclusiva a produzioni biologiche è stata dettata anche dal grande interesse che esiste in Belgio verso questo mondo. E’ stata una scelta ragionata insomma, un modo per specializzare la mia offerta.


Hai avuto modo di assaggiare qualche birra artigianale italiana, e se sì, che impressione ne hai avuto?
Ad eccezione di quelle sentite qui al Villaggio della Birra non ne conosco molte a dire il vero, anche perché in Belgio non è che si trovino tanto facilmente. Mi hanno comunque fatto una buona impressione. So che quello italiano è un movimento in grande crescita, l’entusiasmo e la voglia di far bene non mancano. E per quanto ho potuto sentire neanche i risultati.


Quali le principali differenze con il Belgio, fatta esclusione ovviamente per la vostra tradizione secolare?
Credo che da noi fare birra sia più semplice perché, a quanto ho potuto capire parlando con altri birrai, nel nostro Paese esiste una maggiore facilità di accesso alle materie prime. C’è poi un cultura birraria più radicata, e penso che anche questo aiuti nel proporre certi prodotti al pubblico.


Bart con Kris Boelens e Kuaska durante il Villaggio della Birra 2006


Nelle tue birre utilizzi anche ingredienti non esattamente tradizionali, come ad esempio il ginseng. Come nascono le ricette?
Mi diverte stare in cucina e sono un grande amante delle spezie. Mi piace fare delle piccole prove con tutto quello che mi capita sotto mano, e quando il risultato mi convince.. ecco una nuova birra!


Ed è da qui che deriva anche il nome Kameleon, giusto?
Esatto… Nessuna delle mie birre è uguale all’altra, sono in continuo cambiamento. Proprio come un camaleonte!


Qualche particolarità del processo produttivo?
Direi il controllo finale sulla pressione delle birre (dice ridendo). Facendo rifermentazione in vetro è piuttosto alto il rischio di scoppio per cui, onde evitare danni nei negozi, faccio delle prove con alcune bottiglie tenendole in casa in un ambiente caldo. Se non esplodono posso venderle tranquillo!


La tua tipologia preferita?
Nessuna tipologia in particolare in realtà. Sono un amante delle birre ben luppolate, questo sì..


Progetti per il futuro?
Quella attuale è la dimensione che voglio mantenere anche perché, come ti ho detto, fare birra per me rimane fondamentalmente un hobby. Mia moglie si sta appassionando ai fornelli, e nel giro di poco abbiamo intenzione di aprire nel nostro pub anche una cucina vera e propria. Ho un figlio di sei anni, che da grande mi ha già detto voler fare il cuoco. La scelta sarà sua, ma non si sa mai…

 
©Testo www.fermentobirra.com













sabato 12 gennaio 2008

Huisbrowerij Boelens festeggia i 100 anni!

Il 2008 segna i 100 anni della Brouwerij Boelens. Kris Boelens è già impegnato nella creazione della birra celebrativa. Aspettiamo Notizie!


Le degustazioni di Gennaio al TNT

Eventi birrogastronomici al TNT.

Venerdi 19 gennaio e venerdi 1 febbraio , su prenotazione entro il giovedi, continueremo a proporre CUCINA BELGA.
Il menù di queste due serata sarà:
Invidia di Bruxelles gratinata accompagnata da Serafijn Celtic Angel
Pollo alla Waaslander accompagnato da Waaslander
Tronchetto invernale con Mousse di cioccolato accompagnato da Girardin Kriek.
Costo 22,00 euro

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VENERDI 25 Gennaio - "La cucina Toscana incontra la birra Artigianale"
Prenotazione obbligatoria entro il 24 gennaio. Costo 25,00€
Alberto e Vanessa vi guideranno nella degustazione di birre artigianali abbinati a piatti della nostra Tradizione.
Antipasti: crostini neri su pane bagnato nel brodo di cappone, salsiccia secca, crostone con trippa al sugo. De Graal Dubbel
Primo: pici fatti a mano con sugo di cinghiale. Noel des Geants
Secondo: Cappone in umido e bietole saltate. Bink Bloesem
Dolce: Ciambellone e cantucci. Moneuse Special Noel

Info e prenotazioni tnt@tntpub.it o telefonando allo 0577807077

TNT Buonconvento
Loc. Bibbiano - Buonconvento (SI)

Brasserie de Blaugies al Villaggio della Birra 2008

Ci ha scritto MarieNoelle della Brasserie de Blaugies confermandoci, in anticipo su tutti e quando ancora non abbiamo definito le date dell'evento, la sua partecipazione al Villaggio della Birra 2008!

MarieNoelle stà passando il testimone di birraio al figlio Kevin il quale si stà già facendo esperimenti per infustare le proprie birre (fino a due anni fà era un taboo!). E gli ottimi risultati si sono visti già al Bruxenlensis dello scorso anno..la Moneuse alla spina è stata considerata la miglior birra del festival!

Nella parte sinistra vi proponiamo un sondaggio per scegliere la birra da degustare al Villaggio (premetto che non sappiamo se oltre alla Moneuse, Kevin, può infustare le altre birre della gamma)
..il sondaggio si chiude il 18 gennaio..votate!

Saison d'Epeutre




Splendido esempio di birra stagionale belga, dall’imponente carbonazione che fa saltare subito il tappo, come uno spumante e da vita ad una abbondantissima produzione di schiuma, fine e persistente. Colore biondo, leggermente velato, aroma fresco e pungente, quasi di pepe, con note agrumate e di lievito in sospensione: genera, in definitivo una sensazione secca e asciutta, come di paglia. Corpo molto beverino, snello, dalla frizzantezza molto, molto pronunciata, che ne fa una birra quasi “croccante”. Mantiene, nell’evoluzione del gusto, una sensazione di asciuttezza, senza però diventare mai astringente (a differenza, per esempio della Saison Dupont), questo perché le note maltate di sottofondo mantengono le loro caratteristiche di morbidezza. Il finale non è molto lungo, ma sicuramente equilibrato, e rende questa birra splendidamente “ripulente”. Alc. 6% vol. ©Alberto Laschi

La Moneuse




Birra regionale, deve il nome ad un vecchio brigante locale, Antoine Joseph Moneuse (avo di MarieNoelle, la birraia di Blaugies). Bel colore biondo leggermente nebbioso di questa birra che, a causa della sua imponente carbonazione, comincia subito a schiumare appena tolto il sughero. Ha schiuma fine e prorompente, che permane abbastanza a lungo, e sprigiona anch’essa sentori speziati molto spiccati. Il naso è fresco e asciutto, caratterizzato da note di erba tagliata, lievito terragno e spezie. Il corpo, nonostante la componente alcolica robusta, è del tutto agile e beverino. Caratterizzato da un frizzantezza accentuata, sprigiona all’inizio note secche di fieno, erba tagliata e luppolo (sembra quasi una Saison, all’inizio); nel prosieguo, vengono al palato note di pane, di malto e anche una punta di miele. Finisce asciutta, secca e veramente dissetante, senza essere per questo eccessivamente astringente. Molto, molto buona. Alc. 8% vol. ©Alberto Laschi

Darbyste




Ricetta originale: acqua, malto d'orzo, frumento,lievito,luppolo e succo di fichi per "aiutare" la fermentazione. Bel colore dorato – aranciato di questa birra che, come tutte quelle prodotte dalla Blaugies, rivela un tono un po’ nebbioso a causa della non feltratura del prodotto. Testa grigina di schiuma vaporosa, ricca e abbastanza persistente. Il naso è quasi caratteristico di questa famiglia di birra: un mix di lieviti, frutta fresca (mele, pere), alcune note citriche e una sensazione diffusa di legno ( o muffa, polvere) che la rendono veramente intrigante. Il gusto è anche questo ricco e appagante:all’inizio maltato e vellutato, per poi evolversi in note agrumate, con un suggerimento speziato e un finale asciutto di luppolo. L’etichetta indica la presenza anche di sciroppo di fichi, ma non ne ho avvertita la presenza. Finale morbido e persitente. Alc. 5.8% vol. ©Alberto Laschi

Moneuse Speciale Noel




Nella ricetta originale di questa birra, compare, fra gli ingredienti, la cassonade. E’ uno zucchero molto particolare, specifico del Belgio, ricavato dalla barbabietola e dalla cristallizzazione di diversi sciroppi messi insieme, la cui composizione è il risultato di 150 anni di tradizione ed esperienza belga. Il nome “ufficiale” della cassonade (per i francesi vergeoise) sarebbe Graffe, che è il cognome di un piccolo imprenditore di origine tedesca che inventò a Bruxelles il procedimento col quale ottenere la cassonade. Il termine specifico “casson”, invece, da cui cassonade, trae origine direttamente dal XVI sec., quando stava ad indicare lo zucchero grezzo, o granuloso.
Buona, veramente buona, speciale e con il marchio di fabbrica, artigianale, di Blaugies. Conferma in tutto e per tutto il giudizio favorevole già espresso per le produzioni precedenti, e la conferma non può non essere che un segnale positivo. Il colore biondo arancio, la schiumacompatta, cremosa e persistente che sprigiona un aroma speziato e agrumato, con lieviti in evidenza, luppoli diffusi e quel che di granuloso e rustico che la rende veramente speciale. Carbonata, molto carbonata, ma non sgradevole per questo, dal corpo deciso, solido, dal carattere luppolato e amaricante, ma con un finale che sprigiona un discreto calore maltato. Resta a lungo nel naso e nel palato, equilibrata e con personalità. Alc. 8% vol. ©Alberto Laschi

giovedì 10 gennaio 2008

Rodenbach Alexander



Birra non più in commercio. Per anni si temeva alla Rodenbach che, trovando i propri prodotti troppo aspri, la clientela li “snaturasse” aggiungendovi dello sciroppo dolce. Alla fine fu deciso di produrre una versione più dolce. La sua Alexander infatti, affinata in quercia, ha una acidità da “fermenti vivi”, bilanciata dallo sciroppo di ciliegia e dal ferro, che conferiscono carattere pulito, dolce, di cieliegia agrodolce. Alc. 6% vol. © Alberto Laschi


Rodenbach



Preparata mescolando una birra d’annata – invecchiata per oltre 1 anno in fusti di quercia – e una birra fresca e giovane, fatta maturare per 5-6 settimane. La proporzione è ¼ di birra vecchia e ¾ di birra nuova, e la combinazione che ne vien fuori è talmente aspra da richiedere l’aggiunta di zucchero.
Colore ambrato quasi scuro, con scarsa schiuma. I profumi sono quelli di una lambic, fruttati, arricchiti di note di frutta rossa e profumi di sottobosco. In bocca è fresca, gradevole, ferro e quercia al palato, ricca di note speziate. Da sorseggiare come aperitivo. Alc. 5% Vol. ©Alberto Laschi


Rodenbach Gran Cru




La Gran Cru, versione imbottigliata (senza aggiunta di zucchero), fatta solo con birre stagionate (invecchia per almeno 2 anni), è pulita e asprigna, quasi di panna acida. Bouquet vivace, con quercia venata di vaniglia anche nel gusto, frutto della passione e acidità pungente e pulita. Birra energica e corroborante, perfetta dopo una partita di tennis; in Belgio c’è chi vi aggiunge un tocco di granatina, come per fare un kir rosso. Al. 6% Vol. ©Alberto Laschi

Rodenbach Brouwerij




Il capostipite dei Rodenbach, un medico dell’esercito originario della Renania, arrivò in Belgio durante il dominio austriaco e qui si sposò con una fiamminga. Nel 1820 un Rodenbach acquistò un birrificio e dal 1836 i Rodenbach possiedono l’attuale birrificio (dei Rodenbach due sono stati famosi scrittori, un Alexander partecipò all’indipendenza del Belgio, Constantine, ambasciatore in Grecia, è sepolto davanti al Partenone). L’attuale birrificio ha ancora al suo interno 294 tini in rovere di Slavonia della Polonia, non verniciati, all’interno dei quali viene stagionata la birra. Le loro birre sono una miscela al 75% di birra “giovane” (maturata in fusti di metallo per 4-5 settimane) e per il 25% di stagionata (almeno 2 anni in botte). Sono tutte birre acidule, dal colore rossiccio a causa dell’uso di malti rossicci di tipo Vienna, ma anche probabilmente dai caramelli e dai tannini estratti dal rovere dei barili. M. Jackson le definì “le birre rinfrescanti più famose del mondo”.

Brouwerij Rodenbach
Spanjestraat 133 - 141
8800 Roeselare
Tel.: 0032 (0) 51/27.27.00
Fax.: 0032 (0)51/22.92.48
www.rodenbach.be


Vin de Céréale

Sia Steve che Filip ci segnalano una birra immessa nel mercato belga dalla Rodenbach/Palm la  Vin de Céréal. E' una versione più robusta (10% vol.) della regolare Rodenbach per questo il nome Vino di Cereali.




"Questa birra è una Oud Bruin, una birra prodotta con una fermentazione mista. Dopo la prima fermentazione la birra viene immessa in grandi tini di legno (foeders in fiammingo) dove avviene una fermentazione spontanea. Questa fase conferisce al prodotto il glassico gusto acido-lattico e un delizioso "legnoso". La Rodenbach ha una grande tradizione di Oud Bruin: ha 294 grandi tini di legno (qualcuno ha più di 150 anni), tutti fatti a mano.


Il Vin de Céréal nasce nella botte 132, dove ha maturato per 3 anni. Sono disponibili solo 20000 bottiglie per il mercato belga e 10000 per l'esportazione..ognuna numerata..Io ho assaggiato la bottiglia numero 10399.

Appena aperta e versata si presenta limpida, con un bel colore ambrato e senza carbonazione..si, una birra piatta, pari ad un vino. Birra piatta, senza schiuma..questo non significa che stò bevendo uno "schifo", al contrario la Vin De Céréal è magnifica. Il tipico gusto legnoso della Rodenbach ti entra nel naso e nella bocca.  
Una birra davvero sorprendente: siamo davanti ad un ottimo prodotto ma se vogliamo attingere dalla tradizione (che dà un elevato valore aggiunto al prodotto) perchè si filtra, si pastorizza (?), si aggiunge zucchero (come si spegano i 10% vol.). Non vorrei si trattasse di una trovata commerciale. Quindi, spalle al muro, preferisco andare a Roselaere, la patria delle Oud Bruin,
e fermarmi a degustare una Rodenbach non filtrata alla spina. A Roselaere l'unico posto dove berla (l'unico posto nel mondo!!) è allo Zalm, nella
Grand Place cittadina. 




Brasserie De Zalm
Grote Markt 24
8800 Roeselare
Tel: 0038 (0) 51/200081

Saluti
Filip"

©Foto di Filip Geerts