venerdì 27 febbraio 2009

Belgian Beer Guide , sesta edizione



Filip Geerts ci segnala uno scoop. Tim Webb, il famoso giornalista birraio, sembra abbia annunciato per il 7 giugno prossimo l'uscita della nuova edizione del suo Belgian Beer Guide. Un "must" per tutti gli appasionati del magico mondo delle birre belghe: 900 birre schedate e 600 locali dove degustarle! Sotto un'immagine, in bassa qualità, della copertina.

venerdì 13 febbraio 2009

Cosmos Porter-Mania!!


Accennavo nel post precedente della nuova creazione di Kris della De Dolle: la Cosmos Porter che presenterà in anteprima allo Zythos di StNiklaas il prossimo 7 ed 8 marzo.

Ho chiesto lumi direttamente a Kris e mi ha risposto, come sempre, in modo lapidario: "It is just a prototype brew available on tap at zythos".

Domandando a Kuaska, Andrea Turco di Cronache di Birra, ha pubblicato un interessante post sull'argomento. Vi invito a leggerlo. http://www.cronachedibirra.it/birre/484/cosmos-porter-la-nuova-birra-di-de-dolle/

martedì 10 febbraio 2009

Novità allo Zythos


Il 7 e l'8 marzo prossimo a St Niklaas sarà ancora Zythos Festival . E' uno dei maggiori eventi mondiali dedicati alla birra artigianale ed è, quindi, un appuntamento che non si dovrebbe perdere. 56 birrifici, 264 birre in degustazione. Qui il sito web dell'evento http://www.zbf.be/


Vedendo la lista delle birre risaltano agli occhi alcuni nuovi prodotti tra i "nostri" birrifici:


  • De liter van Pallieter da Achilles. Achiel mi aveva già parlato di una sua nuova Tripel che stà avendo successo durante il Villaggio 2008. Sentiamo com'è..

  • Cosmos Porter da De Dolle. Cosa si sarà inventato Kris? La Cosmos era una birra che veniva brassata ad Esen i primi del '900..

  • Triple Klok da Boelens. Questa sarà una sorpresissima..

Comunque le birre saranno tante..mi stò già preparando psicologicamente

domenica 8 febbraio 2009

Moinette Blonde 2008


1955, anno in cui a Tourpes – Leuze si è brassata per la prima volta questa birra; 35 IBU, è il grado di amarezza di questa triple belga, ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia. E’ la bionda più luppolata di tutta la gamma, splendida, della Dupont. Dal bel colore biondo, pulito e brillante, il “solito” cappello molto ampio di schiuma pannosa e un bellissimo bouquet olfattivo: spezie che si intrecciano con i luppoli, freschi e fragranti, il lievito (specifico della Dupont) e un leggero sentore erbaceo finale. Il corpo è robusto, decisamente frizzante, ricco anch’esso delle note luppolate, con in più note di frutta bianca matura (pera e pesca), con un leggero tocco finale di miele. Delicato e persistente il finale, con in evidenza un luppolo asciutto e astringente. Perfetta. Alc. 8,5% vol ©Alberto Laschi

Moinette Brune 2008

Trent’anni di differenza:la Moinette Brune nasce, dal punto di vista birrario, 31 anni dopo la Blonde, nel tentativo di consolidare un successo produttivo già sancito. E ci riesce, la Dupont, che veramente non sbaglia un colpo. Questa dubbel ad alta fermentazione, brassata con quattro diversi tipi di malto, è veramente una birra solida e ben costruita, dalla medesima gradazione della Blonde. Il suo è un bel colore, un ambrato carico, la schiuma è cremosa e abbondante, un vero e proprio marchio di fabbrica. Il naso è pari pari quello di una classica dubbel: il malto leggermente tostato, la frutta matura, il miele, il lievito ricco. Corpo robusto ma beverino, frizzantezza media, la birra conquista subito il palato con la sua ricchezza gustativa, fatta di frutta matura (come nell’aroma), speziatura ricca, tostatura delicata. Il finale è caldo e prolungato, meno abboccato di quanto ci si potesse aspettare. Una signora dubbel. Alc. 8,5% vol ©Alberto Laschi

martedì 3 febbraio 2009

Kerkom beerfirma?

Ci scrive Marc Limet della Brouwerij Kerkom. Per adeguare il birrificio alle normative sanitarie europee (e per aumentare la capacità produttiva) si è trasferito vicino birrificio St. Jozef per circa un anno e mezzo. Il Cafè del birrificio continuerà a stare aperto.

Niente di grave.. abbiamo già in magazzino le sue birre prodotte a Opitter e la qualità non è certo calata.

Sint Gummarus Tripel

“Celebre in guerra”: questa l’etimologia esatta del nome Gummarus, latinizzazione di un antico termine tedesco. Vissuto in Belgio fra il 717 e il 774, soldato devoto a Dio, costruì poco prima di morire con i propri beni un oratorio a Liers nel Brabante belga (di cui ancor’oggi è il santo patrono); ricordato l’11 ottobre, viene venerato come santo confessore del Belgio e, chissà perchè, santo protettore dei matrimoni infelici. Passando alla birra vera e propria, brassata inizialmente per il Bokrijk Museum, la St. Jozef la presenta come la prima vera tripel del Limburgo (sic). In ogni caso è birra onesta, senza voli pindarici di fantasie spiccate ma solida e corretta. Non si fa ricordare a lungo, ma si fa bere con piacevolezza. Birra di puro malto, ad alta fermentazione e rifermentata in bottiglia, ha un colore biondo limpido e trasparente e una buona testa di schiuma fine e cremosa, non molto persistente. Naso e palato sono puliti e corretti, il malto, la relativa potenza dell’alcool, una nota fruttata nell’aroma e un gusto abbastanza netto di lievito; queste le caratteristiche principale. E’ molto watery, va giù liscia e pulita, lasciando subito sgombri il centro della lingua e del palato. Finisce leggermente luppolata, svelta. Alc. 8,3% vol ©Alberto Laschi

Sint Gummarus Dubbel


L’ultima nata in casa St. Jozef, questa dubbel di ispirazione abbaziale, una birra ambrata, speziata e luppolata sul finale. Ha un bel colore ramato, limpido e trasparente, una testa di schiuma moderatamente ricca e non molto persistente, L’aroma non dimostra molta personalità, un lievito leggero, leggermente fragrante, un po’ di caramello, leggermente gommoso, una brevissima sensazione erbacea. Il corpo all’inizio si rivela abbastanza “acquoso”, e inganna, perché aiuta a sottovalutare l’impatto della seconda sorsata. Negli assaggi successivi la birra si rivela rotonda e abbastanza corposa, di un corpo ricco di caramello, malto, zucchero candito e toffee, per poi virare improvvisamente sulle note luppolate, che riempiono palate e lingua. Anche il finale è nettamente amaricante, con una nota calda di alcool che si presenta molto dopo. Non una specialità, il caramello è “troppo” caramello, il luppolo è un po’ troppo aggressivo, ma almeno è una birra con personalità. Alc. 7% vol ©Alberto Laschi

Limburgse Witte

Lanciata sul mercato belga fin dal giugno del 1993, è il risultato di una collaborazione produttivo/commerciale delle due brouwerij più importanti del Limburgo, la Martens e la St. Jozef, appunto. Birra non filtrata, ad alta fermentazione, è prodotta senza aggiunta di nessun tipo di aromi chimici e/o conservanti, con la sola fermentazione in botte. Colore oro pallido, abbastanza torbido, schiuma fine, abbondante e persistente; aroma sicuramente floreale, seppur non molto pronunciato, insieme alla ricchezza del cereale di malto e delle spezie, piccanti e leggermente citriche. Al palato si rivela molto leggera e snella, dal corpo comunque molto morbido e cremoso. Ha sentori speziati, di limone ed arancio, ben equilibrati con la generale sensazione di morbidezza. Si evolve sempre nel senso fruttato, e lascia la bocca piacevolmente fresca e asciutta. Alc. 5% vol ©Alberto Laschi

St. Jozef Brouwerij


La Brouwerij Sint Jozef fù fondata dalla famiglia Vissers, che dalla seconda metà del 1700 si stabilisce ad Oppiter ( Limburgo) emigrando dalla vicina Olanda. Non produce “regolarmente” birra fin dall’inizio, lo fa stabilmente solo da quando una delle discendenti di Thomas Vissers, capostipite della famiglia, si sposa con Jozef Cornelissen. Uno dei tre figli della coppia, Jaak, nel 1934/1935 inizia a costruire in paese il nuovo impianto produttivo, dove vede la luce, nel 1937, la prima birra, la Pilsener Pax, alla quale poi segue la OPS-Ale. Dopo varie successioni alla guida della ditta da parte dei vari eredi della famiglia Cornelissen, nel 1972 si ha la svolta definitiva con Jef Cornelissen, divenuto poi unico proprietario nel 1980. Ammoderna progressivamente la linea produttiva e d’imbottigliamento, tanto da arrivare ad un significativo aumento della produzione. Oltre alla linea produttiva delle St. Gummarus, attualmente si brassano nello stabilimento di Oppiter la Bosbier, La Limburgse Witte, la Pax Pils, la Ops-Ale, la Bokkereyer, la Kriekenbier e la Table Stout.
Brouwerij Sint-Jozef
Itterplein 19
3960 Bree - Opitter
Tel. +32 89 86 47 11
Fax. +32 89 86 74 19

Fantome Hiver 2008


Produzione stagionale del buon Dany, disponibile sugli scaffali da Dicembre a Marzo (suppergiù). Ottimo prodotto, veramente ben costruito e dalla bevibilità spiccata, che fa dimenticare, lì per lì, i suoi 8° alcolici (ma dopo comunque tornano subito a mente). Non una grande schiuma, scarsa e a bolle grosse, di breve permanenza, ma un bel colore, di un ambrato rustico, mediamente opalescente. Il naso è ricco e ben costruito, che presenta bene la complessità di questa birra: molto terroso, quasi muffato, ma non rustico o ruvido. Assieme al terragno spicca il cereale, un che di miele e la speziatura, tenue ma diffusa. Chi ben comincia ... continua bene: anche al palato questa birra si fa subito apprezzare, rotonda e leggermente watery, assolutamente non sciapa. Ha la fragranza del cerale, la robustaezza del malto, un che di citrico e leggermente vinoso e un luppolo asciutto e fresco, secco e non molto amaricante. Resta in mente una grande sensazione di leggerezza gustativa, quasi setosa, accompagnata da una grande pulizia, favorita da una carbonazione equilibrata. Non molto "calda" per essere una saison invernale, ma molto accattivante: gran bel prodotto. Alc. 8 % vol ©Alberto Laschi

Fantome Noel 2008

Allora: siamo di fronte ad una Fantome e, dal mio punto di vista, ogni dubbio è sempre legittimo. Ma qui ci si spinge anche oltre. Il dubbio, assaggiando questa Noel del 2008, è il seguente:è la prima volta che ci si trova di fronte ad una Christmas beer nella declinazione oud bruin, o è una bottiglia che ha “girato” un po’ troppo? E visto quanto e quanto spesso “girano” le Fantome ….
Per non peccare di lesa maestà, propendiamo per l’ipotesi oud bruin, o comunque di una birra estremizzata nella maturazione e nell’invecchiamento. Se dovessi paragonarla, è molto simile ad una stagionata Duchesse de Bourgogne. Il colore è bello, di un marrone scuro con riflessi ramati:schiuma zero o quasi. L’aroma è pungente, molto vinoso (per usare un eufemismo), astringente all’estremo, che lascia poco spazio ad altre sensazioni. Eppure la Sheltonbrothers (importatore per gli USA delle Fantome) la descrive come birra speziata, brassata con miele, caramello, coriandolo, pepe nero “ed altri ingredienti segreti”. Nell’aroma di tutto ciò non rimane traccia, o quasi. Idem per il palato: il festival dell’acetico, dell’astringente, del vinoso estremizzato, con scarsaissima carbonazione. La bocca, dopo il primo assaggio, ne rimane quasi shockata. Mettiamola così: un must per i patiti delle oud bruin, un patire per chi si aspettava una strong dark ale di 10°. Sempre che non mi sia imbattuto in una bottiglia non in buone condizioni …. Alc. 10% vol ©Alberto Laschi