domenica 29 giugno 2008

Brasserie de Jandrain-Jandrenouille

Birrificio nato nel 2006 nel piccolo villaggio di Jandrain-Jandrenouille (ORP-JAUCHE) grazie all'intrapendenza di due appasionati: Alexandre Dumont e Stéphane Meulemans. I due amici non sono birrai di professione, Alexandre è un ingegnere civile mentre Stéphane un ingegnere agricolo. Ristrutturando un vecchio podere hanno installato gli impianti per la produzione di birra e si sono lanciati in questa avventura. Al momento viene prodotta una sola birra, la "IV Saison"..una rinfrescante birra
estiva.
Brasserie de Jandrain-Jandrenouille
Rue de la Féculerie
341350 Jandrain-Jandrenouille (Orp-Jauche)

Due chiacchiere con il "birraio matto"!

Mentre leggevo l'articolo di Filip, precedente a questo post, mi sono ricordato di una intervista fatta nel 2005 a Kris, nel birrificio, durante una mia visita per degustare una Oerbier Reserva (2004) e decidere se era il caso di importarla..bhe, feci la cosa giusta..di seguito il documento di Archivio!!

Kris, perché De Dolle Brouwers, perché Birrai Matti?
“Ci chiamavamo “Matti” da soli, perchè iniziare quest’avventura è stato da matti. Io architetto e mio fratello dottore in un vecchio magazzino dismesso abbiamo iniziato a produrre birra. La Prima, l’Oerbier, è stata stappata l’11 novembre 1980.. all’inizio i risultati non erano cosi “commerciali, ma gradualmente ci siamo inseriti nei portafoli dei distributori creando il nostro stile.


E le altre birre?
Tutte nate da ricerche, prove e voglia di creare.. anche i nomi rispecchiano l’umorismo fiammingo. Boskeun, la nostra birra pasquale, significa lepre.. chiamavo così mio fratello da piccolo perché aveva grosse orecchie.

Hai “creato” anche una bellissima taverna? Riflette la tua personalità?
Dici.. non so mi piace.. abbiamo iniziato con una sedia.. poi una diversa, poi una tazza da caffè, poi un piatto.. si è evoluta.. ogni pezzo è unico. Ogni anno vengono a visitarci moltissimi stranieri: americani, inglesi, francesi.. ho una “enciclopedia a volumi” che racchiude le firme di chi viene a trovarci.

Qual è la vostra filosofia?
La qualità, su tutto.. Molti produttori si scordano questa parola cercando solo il profitto.. Non mi piace la mentalità di molti miei colleghi. Penso di aver trovato un equilibrio, non voglio strafare in cose che comprometterebbero la qualità delle mie birre. Vedi che non mi perdo in pubblicità o promozioni.. faccio birra e basta e la voglio fare bene!

E tua moglie e tua madre?
Sono persone fondamentali.. condividiamo il lavoro e l’amore per questo lavoro. Normalmente le visite guidate le lascio fare a mia madre (87 anni) che è un’attrice nata.. fa ridere anche me quando mi prende in giro davanti a 30 persone su come cerco di estrarre zucchero dal malto d’orzo.. o quando racconta i suoi aneddoti sulla sua giovinezza.

Ho visto che l’ultima Oerbier che mi hai mandato ha l’etichetta bordeaux e non la rossa.. Perchè?
E’ cambiata la birra.. non fraintendere. Ho sempre usato per l’Oerbier e la Stille Nacht lievito che prendevo dalla Rodenbach. Questo lievito è speciale.. contiene cellule diverse dal tradizionale lievito che si usa per le birre e “marca” il gusto. Con il passaggio della Rodenbach alla Palm nel 2000 hanno deciso di non fornirlo più per motivi “organizzativi” e “pratici”..(Kris sorride..). Il problema è stato sapere i primi di novembre 1999 che dal primo di Dicembre la Rodenbach avrebbe smesso di rifornirmi di lieviti…Mi sono arrangiato.. Visto che la cosa era nell’aria avevo già fatto le mie prove con altri lieviti e riutilizzando il lievito Rodenbach delle passate fermentazioni.. Ma sono accadute cose inattese: l’Oerbier da 7.5% alc. vol. è passata a 10,5° a.v. e la Stille Nacht da 8° a.v. a 12°a.v. in più si era abbassato l’equilibrio di acidità.. Pensa che alcune fermentazioni della Stille Nacht sembravano non finire più, tanto che tre pallets della Stille Nacht 2000 sono “esplosi” quando ancora erano nel magazzino.. Non potendo passare l’inverno con i piedi a bagno nella birra abbiamo versato quello che ci rimaneva in botti dove era stato vino. Finita la fermentazione abbiamo ottenuto una birra favolosa, etichettata Come Reserva 2000. Tolta la Stille Nacht dai barilotti ho messo l’Oerbier, che riposata per ancora un anno ha prodotto l’Oerbier Reserva 2000. Sembra che più riposa più il prodotto migliori.. Non ti nascondo che stiamo ancora prendendo la mira ma ho studiato molto per capire cosa succedeva “chimicamente” dentro i barilotti. Ho iniziato anche a ricoltivare il lievito prodotto nei barilotti usati, com’era tradizione nelle terre fiamminghe ed ad usare acido lattico. Penso che le nostre ultime “prove” si avvicinino al prodotto che vogliamo commercializzare.

E i tuoi clienti cosa ne pensano?
La differenza del prodotto si sente.. ma penso sia giusto poter usare la nostra indipendenza di piccoli birrai per “cercare” il nostro prodotto, la nostra birra.. Dai tempo.. facciamo dare la risposta al bicchiere!

Mi introduci l’Oerbier Reserve 2004?
La Reserva è l’Oerbier invecchiata in botti, dove in precedenza era stato maturato vino bordeaux, per un anno. Questa birra raggiunge i 13 gradi alcolici grazie anche all’aiuto di lievito da Champagne che uso per la rifermentazione. Il gusto è leggermente acidulo e legnoso. La produzione è limitata a 9 botti di 225 litri l’anno. Tim Webb nella sua guida gli ha dato le 5 stelle.. Una grande soddisfazione per me.




©Foto di Vanessa Rusci
Altre foto su De Dolle, qui>>>

Viaggio nell'Acido Lattico di una Oerbier

© Testo e foto di Filip Geerts



Domenica scorsa ho passato un’interessante pomeriggio alla Taverna dei De Dolle, con un Kris in gran forma che mi ha fatto riscoprire la magnificenza di una Oerbier.

Ordinando un paio di Oerbier subito ho riscontrato una minore acidità rispetto al solito..una morbidezza generale e un sapore quasi di caramello. Mi è sembrato di ricordarci il gusto del mosto..cosa mai trovata in una Oerbier.

A mio modesto parere questa versione è una delle migliori che abbia assaggiato. Ricordiamo che ogni cotta ha una sua personalità, un gusto a parte..e questo è anche il bello nel gustare queste birre prodotte da personaggi di questo calibro.

Ma facciamo un salto indietro. All’inizio della produzione, siamo nel 1980, i Birrai Matti utilizzano il lievito della Rodenbach per i loro prodotti. E’ stato proprio quel lievito a dare quel caratteristico acidulo alla birra. La birra nei primi anni di produzione aveva i 7 gradi alcolici.

Nel 1998 la Rodenbach passa sotto il controllo della Palm e chiude i rubinetti..per quanto riguarda la disponibilità di utilizzare il proprio lievito. Ed è proprio dal ’98 che l’Oerbier ha cambiato il suo modo si essere. Kris Herteleer fu costretto a coltivare il proprio lievito. Lievito che ha avuto come madre quello della Rodenbach ma che si è evoluto in un altro ceppo senza quel caratteristico sapore acido-lattico che lo contraddistingueva. Questa modificazione “genetica” portò alla fermentazione di una birra che girava sui 10 gradi alcolici..forte, maltata, pesante ma senza il caratteristico acidulo che richiamava le Oud Bruin. Kris non accontentandosi di questa versione cominciò a studiare i vari accorgimenti che avrebbero fatto sviluppare una birra un po’ meno forte ma con caratteristiche uguali alla Birra Originale (in fiammingo OER significa Originale). E’ nel 2004 che viene introdotto un acido lattico per la produzione di Oerbier..aggiustato il tiro Kris è riuscito ad ottenere una birra di 9° alcolici che con la maturazione fa uscire allo scoperto il fruttato ed un gusto yogurtoso. I

Finisco la mia birra e la ordino un’altra. Mi si presenta Kris con un piccolo cilindro contenente un campione di mosto prelevato direttamente dal propagatore di acido lattico. La degustazione del mosto mi ha lasciato impressionato..un gusto morbido, non un’acidità aggressiva, mi ha stravolto..davvero bevibilissimo.

Improvvisamente Kris ha miscelato la mia Oerbier con il campione di mosto. Incredibile esplosione di aromi e sapori. L’acidità si è ancora di più ammorbidita. Vedendo Kris sorridermi sembrava un mago che si esibisce nei suoi spettacoli, che manipola la sua arte.. il Belgio non sarebbe il paese della Birra senza personaggi del calibro di Kris!

venerdì 27 giugno 2008

Fantome 2008


In questo caso l’evoluzione temporale non ha apportato stravolgimenti (strano!) a questa birra, che resta una delle migliori di questa brasserie. E’ birra solida, in questo caso stabile, non presenta sorprese in corso d’opera, nel senso che è buona dall’inizio alla fine, senza presentare ospiti (nel senso di aromi e sentori) inattesi, o, peggio, inopportuni. Resta di un bel colore ambrato, leggermente impallidito, con una testa di schiuma morbida e cremosa.. Il naso è ricco, fruttato e leggermente rustico, con un che di abboccato sul finale, con il malto che rinviene. Berla asciuga il palato: inizia molto frizzante, con l’asciutto del luppolo e l’amarino pungente del lievito, continua morbida e “saporosa” di zucchero candito e malto non tostato, finisce asciutta e non astringente. Perfetta, o quasi. Alc. 8% vol ©Alberto Laschi


sabato 21 giugno 2008

Nuovi arrivi in Birrerya.com

I belgi non hanno la cognizione del tempo..sembra buffo ma rispondono alle email dopo 4 o 5 giorni, magari in riferimento a una precedente..ordini le birre e te le mandano mezze..o prendi bottiglie da 75cl ed hanno l'etichetta da 33cl.. A parte questo. Dopo tanta attesa finalmente questa mattina abbiamo rinzeppato il magazzino..entro martedi spero di far in tempo anche ad aggiornare il sito http://www.birrerya.com/ ..soprattutto perchè stiamo pensando ad una grande estate piena di promozioni e sconti sui nostri prodotti.

Anteprima su quello che troverete, oltre ai prodotti già in catalogo:

Gouden Carolus Hopsinjoor 75cl, Gouden Carolus C.V.Keiser 2008 Rood 75cl (Het Anker)
3 Fonteinene Doesjel 37,5cl (3Fonteinen)
Gaverhopke Blond, Bruin, Bruin 12°, Paasbier(n.d.r. in netto ritardo...) 33cl (Gaverhopke)
Grobbendonkse Tripel 75cl, Reuss 75cl(Kerkom)
Arend Blonde, Bruin, Tripel 33cl (De Ryck)
Stouterik, Taras Boulba, Zinnerbier 33cl (Brasserie de la Senne)
Augrenoise 75cl (Augrenoise)
Saison IV 75cl (Jandrain-Jandrenouille)
Rochefort 8 Magnum Cuvee 2007 (Rochefort)..in quantità limitatissima

Augrenoise

Splendida saison, leggermente acidula e di grande bevibilità. “Costruita” senza l’impiego di spezie, con malto, frumento, orzo e luppolo Styrian, ha un colore biondo leggermente opalescente, con schiuma riccae abbastanza persistente. Il naso colpisce per la sua freschezza, è molto friabile, scomponibile nelle sue componeni morbide del malto e leggermente citriche. Il corpo è snello ma non sfuggente, splendidamente equilibrato fra le note del lievito e del frumento e il sottofondo leggermente astringente dell’arancio e del lime. Finisce abbastanza veloce, lasciando una piacevolissima sensazione di freschezza e pulizia. Alc. 6,5% vol ©Alberto Laschi

Biere Artisanale Augrenoise

Brasserie di recente apertura (2001)nel contesto di una grande struttura per l’accoglienza di persone disabili: la Casa Saint-Alfred a Casteau. La produzione infatti è legata ad un progetto occupazionale per malati di mente, che contribuiscono al package delle birre, in particolare delle etichette, da loro disegnate ed all'imbottigliamento. Le birre nascono sotto la supervisione di Jean Marie Rock, mastro birraio di Orval ed il coordinamento di Christian Robert , capo struttura della casa/famiglia.


"Il nostro obbiettivo - ci scrive Christian, al centro nella foto, con il bicchiere in mano - non è il far fare qualcosa a questi ragazzi disabili mentali ma il cercare di sviluppare un progetto commerciale dove anche queste persone possano trovare un loro posto..anche se la nostra birra forse non si potrà affermare sul mercato per la qualità, sicuramente lo farà per il messaggio che stiamo trasmettendo. E spero che chi compra la nostra birra lo faccia non solo per darci una mano a mandare avanti la nostra struttura ma soprattutto perchè apprezza i nostri prodotti. Se questo ci permetterà di far cambiare la prospettiva sul mondo degli handicappati mentali saremo doppiamente soddisfatti.

Le birre da noi prodotte sono, al momento 4. L'Augrenoise, una saison; la Blonde de Noël ou Cuvée des Saugrenus, la nostra Speciale Natalizia; L'Augrenois Cuvée des Saugrenus, una birra celebrativa della Nostra Associazione (i Saugrenoise); l'Augrenette una birra da tavola con soli 2,5° alcolici).

Brasserie Augrenoise
Home Saint-Alfred184, Chaussée de Bruxelles
7061 CASTEAU
http://www.augrenoise.com/

domenica 15 giugno 2008

"Dentro" la Rochefort 10

di Nicolas (http://www.rochefort.tk/). Traduzione Alberto Laschi



La più forte delle tre Rochefort (e tra le più forti in assoluto del Belgio) è la 10 che sulla rigorosa base dello stile trappista inserisce caratteri tipici di una strong dark ale e la densità e complessità di un barley wine. Fu brassata per la prima volta negli anni 50 ed allora veniva chiamata “Merveille”. Copre il 30% della produzione della birreria. Il colore è bruno intenso, con riflessi rosso carminio; la schiuma, generosa ma non indiscreta, è cremosa, persistente e di color caffelatte. L’aroma è di per sé un capolavoro: malto fortemente liquoroso, con un accenno di cioccolato e burro, e soprattutto un’intensa nota fruttata che anticipa le meraviglie del gusto. Gusto che aggredisce con un sorprendente calore alcolico, il quale, sommato al corpo morbido e velato di lievito, contribuisce all’intensità di questa birra sensazionale. Superato lo shock iniziale, si sprigiona in bocca una serie interminabile di sapori, tutti perfettamente bilanciati e articolati in modo da non sovrapporsi e, allo stesso tempo, non scomparire mai del tutto; una vera e propria macedonia di frutta candita, sia dolce che amara, imbevuta di liquore e caramello, con un sentore piccante di spezie, liquirizia e cannella. La presenza del malto è costante e squisita, e mentre nel gusto assume l’aspetto di pane fresco, nel finale, sorprendentemente secco, si sposta verso una leggera nota amarognola e affumicata. Il retrogusto è generosissimo, persistente, secco e caldo per l’alcool. Un’autentica meraviglia brassicola, una di quelle birre che, ad ogni bevuta, hanno qualcosa di nuovo da dire. La gradazione alcolica è evidente, ma non ostacola una straordinaria bevibilità: un’autentica nemica del palloncino… Da servire a temperatura di cantina, con un buon tagliere di formaggi teneri e saporiti. Una meraviglia di sapori e sensazioni da sorseggiare accanto al camino, un “must” per chiunque ami la birra di qualità.


Le Rochefort, come tutte le birre ad alta fermentazione ad alta gradazione, sono eccellenti da invecchiare. La scadenza è un’indicazione obbligatoria per legge ma è irrilevante: la birra non deteriora! Al contrario, l’aroma evolve nella bottiglia per effetto dei lieviti aggiunti e per una serie di processi chimici, ancora non del tutto noti nei dettagli.

Ecco uno schema dettagliato dell’evoluzione nel tempo della Rochefort 10, in particolare per quello che riguarda l’aroma, dove i cambiamenti sono più evidenti.

1-2 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato
Colore: rosso molto scuro, quasi opaco.
Aroma e gusto: assolutamente amaro, ricorda il caffé forte con tocchi di cioccolato e forse già un leggero fruttato di pera; sensazione in bocca di sciroppo. Già ben bilanciata ma necessita ancora di tempo.

2-4 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato.
Aroma: sulla via del pieno fruttato: banana, pera, uva; un intero cestello di frutta.
Gusto: ancora un leggero tocco di cioccolato associato con la dolcezza delle pere conservate, ma con ancora sufficiente amarezza. Gradevolmente bevibile, eccellente equilibro di tutti i componenti.

4-6 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato.
Aroma: fruttato, travolgente, di una complessità impenetrabile.
Gusto: ancora un picco fruttato, anche se diminuisce in forza raggiunti i 6 mesi.

6-12 mesi
Schiuma: scompare velocemente, a volte è persino difficile produrla.
Colore: rosso scuro, forse un po’ più trasparente di prima.
Aroma: meno forte e meno complesso, resinoso.
Gusto: a volte un po’ piatta e senza schiuma, conserva a lungo il fruttato ma anche un certo amaro.

La birra evolve più velocemente nei primi mesi, da un prodotto complesso e forte a sensazioni più morbide, e col passare del tempo perde quasi del tutto i caratteri iniziali. Dopo 6 mesi il lievito non è quasi più attivo e la complessità ha raggiunto il suo massimo, dopo di che la birra inizia in qualche modo a perdere le sue caratteristiche specifiche. Dopo parecchi anni appaiono tratti che ricordano il porto, il Madera e, in alcune birre veramente molto vecchie, alcuni liquori. A volte, dopo un anno, si distingue chiaramente un sapore brut. Questa evoluzione dipende dai processi chimici che si svolgono nelle birre quando sono prodotte con queste modalità, praticamente in tutte le Trappiste e le birre d’Abbazia dello stile Dubbel. Conoscerne l’evoluzione ci permette di avere direttamente il controllo sulla birra: sono birre vive, con gusto in evoluzione, e possiamo essere noi a decidere quando berle, nel momento in cui le preferiamo.

sabato 14 giugno 2008

Hercule Stout


Il nome di questa birra è ispirato al famoso detective belga Hercul Poirot, nato dalla penna di Agatha Christie. Fatta maturare in botti di quercia, per questa birra vengono impiegati soltanto malto e luppoli senza aggiunta di spezie o zuccheri. Da molti considerata alla stregua di un classico, ha schiuma fine e abbastanza persistente, colore nero caffè, lo stesso caffè che si ritrova dolcemente nell’aroma, insieme a note ricche di cioccolato, frutta secca e malto tostato. Nonostante la notevole gradazione alcolica, ha corpo rotondo e molto beverino, morbido e non gommoso, con note al gusto di uva passa, melassa, oltre a quelle classiche di una stout. Non eccessivamente frizzante, ha finale morbido, equilibrato e discretamente lungo. La migliore delle stout belghe assaggiate. Alc. 9% Alberto Laschi

Stoute Bie

Quando si parla di stout ci si attende un certo tipo particolare di birra, di stampo soprattutto inglese. Ebbene, questa birra della famiglia delle stout conserva una sola delle prerogative: il colore, nero, molto ben accentuato. E’ una buona birra, strana, difficilmente catalogabile, anche se la ditta che la produce la indica come stout. Ha schiuma corposa, cremosa, abbondante ma non molto persistene, color nero caffè, non vi si vede attraverso. Quello che è più anomale è l’aroma: inizia con un tocco leggerissimo di tostato, ma veramente fuggevole, poi esalta swubito un sentore acidulo, quasi vinoso, mai trovato fra le stout; finisce con un tocco molto abboccato, di frutta rossa matura e bacche rosse. Corpo rotondo e snello, caratterizzato da un’impronta assolutamente fruttata, di biscotto croccante, e frutta dolce, senza nessuna nota affumicata. Finisce molto lunga e persistente, morbida e dolce. La birra che non ti aspetti. Alc. 5,5% vol ©Alberto Laschi

Le Stout e la loro “variante belga”

di Alberto Laschi

Le stout, ovvero una famiglia. “La” Guinness? “La” pater familias, forse, quella più conosciuta sicuramente, e anche quella più imitata. Nel Regno Unito la “famiglia” si allarga nelle sue declinazioni di Irish dry stout, Sweet Stout o Milk stout, Oatmeal Stout, Imperial stout, Chocolate e Coffe stout, solo per fermarsi alle filiazioni non spurie. Birre “orgogliose e impavide”, sicuramente “forti”, sinonimo di birra scura, più o meno addolcita nelle sue declinazioni anglosassoni, hanno fatto la fortuna di più di una puerpera scarsa di materia prima e di atleti con il fisico da scolpire. Ad entrambe le categorie di cui sopra venivano “somministrate” regolarmente (e abbondantemente), con evidente successo, e i donatori di sangue irlandesi se la vedevano recapitare in “premio” dopo una donazione, perché ricca di ferro e quindi adatta a reintegrare le sostanze ematiche elargite.
Questo nel Regno unito, dove le stout spopolano, si può dire, dalla fine del XVIII secolo. Il Belgio poteva rimanere indietro, quando si parla di birra? Certo che no, e quindi anche i mastri birrai belgi si organizzano e si danno da fare, a partire dal XIX secolo: nascono e riscuotono subito un grande successo le stout belghe, bevute abbondantemente da tutti quelli che, a causa di un pesante carico di lavoro, necessitavano di una bevanda dall’importante apporto calorico. Ancora oggi le stout belghe sono presenti sul mercato, con un impatto non rilevantissimo, ma occupando una nicchia di tutto rispetto. Mediamente più alcoliche delle “cugine” inglesi (simili, al limite, alle Imperial stout), ma soprattutto più “variate” (cioè speziate), e, trattandosi del Belgio, è osservazione quasi pleonastica. Difficile, d’altra parte, trovare un mastro birraio belga “banale”.
La produzione belga di stout è quasi “divisa” in due sottosezioni: d’altra parte il Belgio è il paese diviso per definizione …
La prima è quella delle stout dolci (a volte quasi stucchevoli) e/o leggere, come la Wilson della Van Steenberge, la Leroy Stout, la Louwage Stout, la Stoute Bie della De Bie, la Belgian Angel Stout e la Callewaert. La seconda invece annovera fra i suoi prodotti di elite la Hercule della Ellezelloise, la Black Albert degli Struise e la DeDolle Extra stout Export, e si caratterizza per una gradazione alcolica più robusta e una ricchezza e complessità di tutto rispetto, che le stout inglesi normalmente non evidenziano.
©Foto di Filip Geerts

giovedì 12 giugno 2008

Bloesem Ka(ta)rakter


Anno di anniversari, questo, in Belgio: ha cominciato Boelens, fra i micro birrifici, che per i 100 anni (1908-2008) della sua brouwerij ha brassato la special Balzello (di cui abbiamo dato conto nel report sullo Zythos); la DuBocq, fra i “grandi”, ha festeggiato i 150 anni dalla fondazione con una nuova Bocq Cuvée Anniversaire 150 ans, e Kerkom per i suoi 130 anni ha brassato questa Bink Bloesem ka(ta)rakter. Anzitutto la specifica aggiunta: Bloesem “ka(ta)rakter”. Mark Limet, contitolare e mastro birraio della Kerkom, fra il serio ed il faceto, nel dare questo curioso “soprannome” alla Bloesem, dice di averlo “rubato ad una serie televisa che andava in onda nella nostra televisione il passato inverno e che veniva girata proprio nella nostra regione: l’Haspengouw (…) Alcuni protagonisti del telefilm avevano problemi agli occhi (…) Mi piaceva il collegamento, certo demenziale, del nome: birra di carattere/cataratta”. Tipico sens of humor (?!) belga. Venendo alla birra, sempre Marc Limet dice che rispetto alla Bloesem, ha aggiunto in questa birra celebrativa “più sciroppo di pera ed altri ingredienti segreti”. Giudizio spassionato: mi piaceva più l’originale che la versione speciale. Questa, più che una evoluzione della specie, mi sembra quasi un’alter Chouffe Royal (o una qualsiasi altra birra molto fruttata). Già dal naso si avverte l’essenza sciropposa che fa di questa birra una birra densa, quasi grassa: sembra di annusare una stecca di vaniglia, o un po’ di burro di cacao, insieme all’indubitabile sentore fruttato di pera e lampone. Il colore è un bell’ambrato carico, la schiuma è fine e pochissimo persistente. Berla non è impresa facile, abbinarla a qualcosa di abbinabile ancora meno. E’ densa, corposa, morbida nel complesso ma un po’ troppo gommosa: è soverchiante l’abboccato dello sciroppo, il fruttato esaltato della pera, mi sembra di sentire anche il sottofondo di frutta rossa (lampone, fragola), che la frizzantezza relativamente scarna non riesce a ripulire. L’effetto è un lento, ma progressivo ingolfamento del palato, presto saturo, come il finale, molto spostato sull’abboccato e poco equilibrato. Alc. 7,1% vol ©Alberto Laschi

LambikOdroom



Armand Debelder ha realizzato il suo sogno. La settimana prossima (il 20 giugno) verrà inaugurato il LambikOdroom un locale, adiacente al ristorante (3 Fonteinen) gestito dal fratello Guido, dove sarà possibile degustare Geuze vintage e prodotti del territorio sotto la sua guida.

L'idea di Armand era quella di creare un "movimento" per la rinascita del Lambic e dei suoi derivati..con le sue iniziative (il Tour de Geuze e l'apertura pubblica del birrificio) è riuscito a far rinascere un prodotto che negli anni settanta stava scomparendo dal mercato. Per chi organizza un viaggio birrofilo in Belgio diventerà un "must" il passare da Beersel, ma occhio è aperto solo il venerdi ed il sabato dalle 11 alle 21!

BROUWERIJ 3 FONTEINEN
Hoogstraat 2A1650 Beersel
Tel: +32 (02) 306.71.03
Fax: +32 (02) 305.07.41

mercoledì 11 giugno 2008

All Belgian Beers in Birrerya.com


Abbiamo disponibile su Birrerya.com a soli 33 euro il libro All Belgian Beers di Hilde Deweer: 756 birre belghe catalogate e con foto, descrizione e scheda in 3 lingue (Inglese, francese e fiammingo). Un must!!

©Foto di Filip Geerts

In birra Veritas: le foto

Di seguito i link alle foto di In Birra Veritas - 3 giorni di Birra Artigianale e Musica al TNT pub di Bibbiano.Buonconvento. Foto di ©Vanessa Rusci
I birrai..Emanuele del Ducato, Allo del Bruton, Moreno dell'Olmaia


La Degustazione con Giacu


Il Brassin Pubblic con i ragazzi di Ars Birraria


sabato 7 giugno 2008

Hommel Poperinge



Nella regione di Ypres, teatro di furiosi combattimenti nella I guerra mondiale, sorge la piccola cittadina di Poperinge, nelle West Flanderes del Belgio, dove si coltivano da sempre le migliori qualità di luppolo che, nel dialetto locale, si traduce in “hommel” (derivata dal latino Humulus).

La Poperings Hommelbier è una birra dorata. Un mix sapiente di malti d’orzo e l’acqua di Watou portano ad avere una birra piacevolmente morbida al palato. I luppoli Brewer’s Gold e Hallertau esclusivamente cresciuti nelle valli di Poperinge danno il caratteristico gusto alla birra, l’IBU (l’indice di amaro) raggiunge i 40 punti.

Versata nel bicchiere la schiuma è perfetta e fatica a scendere. L’aroma è luppolato ed armonioso..la birra ha una grande struttura ed ha un equilibrio di sensazioni perfette. Al gusto prevale un bouquet di rosa, miele e scorze d’arancio. Finale speziato e di cumino. Alc. 7,5% vol ©Alberto Laschi



venerdì 6 giugno 2008

Villaggio della Birra 2008


Il Villaggio della birra 2008 si stà avvicinando. Intanto c'è stato un cambio tra i birrifici italiani: il birrificio Manerba sarà sostituito dal Lambrate. Per i belgi avremo: Boelens, Achilles, Hopperd, Blaugies e Cazeau..abbiamo in sospeso Rulles e Kerkom, hanno altri impegni e devono ancora trovare una soluzione.


Per il dietro le quinte: purtroppo non ce l'abbiamo fatta a far venire De Regenboog (stà trasferendo il birrificio), De Ranke (problemi logistici), Hofbrouwerijke (ha una festa al suo Villaggio), Glazen Toren (Jeff van de Steen stà preparando un libro sui locali del Belgio e sarà impegnato nel suo reportages..ma ha promesso di venire nel 2009), Fantome e De Dolle (hanno la loro "sacra" taverna aperta..)


A breve i dettagli, intanto in anteprima il manifesto. L'autore è il belga Stef Herckens..non è ancora definitivo ma sembra avessa fatto un ottimo lavoro, che ne dite?

giovedì 5 giugno 2008

Appunti di Festival: In Birra Veritas

Il primo "seme" di un Festival dedicato alla birra italiana è stato piantato e, come tradizione, annaffiato da un pò di pioggia. Certo che non ci sono più le mezze stagioni.. Demenzialità a parte, siamo riusciti a divertirci lo stesso e a bere..bere e ribere.

Ringraziamo i birrai. Emanuele, Alessio e Moreno hanno dato prova di grande professionalità ed umanità..sia dietro lo stand sia alla degustazione con Giacu. La qualità delle birre mi ha dato la conferma che il panorama birrario italiano stà crescendo.

Ringraziamo i ragazzi di Ars Birraria. Francesco e Carlo, in pieno allarme temporali, hanno sfornato una all grain che assaggeremo al Festival di Settembre e in cui riproporranno un Brassin Pubblic. Ricordarmeli in pellegrinaggio con il bicchiere in mano e gettoni in giro per il festival a cercare il Lambic Girardin e la Fantome Printemps rimarrà nella mia memoria..

Ringraziamo Giacu. La sua disponibilità e la sua preparazione ha contribuito al diffondersi della cultura della birra Artigianale. Curioso il fatto che ben 7 tedeschi (bavaresi) hanno seguito il suo Laboratorio rimanendo entusiasti delle birre proposte.

Ringraziamo le Band: Not Regolar River e Tito Blues Band. Per la pioggia i The Trippers suoneranno il 13 giugno al TNT

Ringraziamo chi è venuto. La loro partecipazione ha contribuito all'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Un caro saluto ad Alberto e Patrizia di Prato (incastrato dai turni di lavoro ma che è scappato un'ora da Prato per raggiungerci), Alberto e Stefania di Firenze e a Max Faraggi+Rosalba+family (la loro presenza mi rassicura sempre).

Per ultimo il ringraziamento più grande và allo staff del TNT.. non è facile trovare ragazzi così!
Vanessa, Chiara, Rodolfo, Elena, Giulia, Adele, Ambra, Clarissa, il Barone, Luca, Federica, Ghesio, Bruno , Stefano, Angelo e Davide!

A breve qualche foto..intanto :Villaggio della birra 2008


©Stef Herckens


Gianni