giovedì 28 agosto 2008

I Trappisti Italiani


di ©Alberto Laschi
Monaci Benedettini della Cascinazza, Monastero di SS. Pietro e Paolo, Buccinasco (Mi). Fondato nel 1971 e attualmente “abitato” da 14 monaci benedettini di clausura, è il primo monastero benedettino italiano a produrre in proprio birra, sulle orme dei ben più famosi ed affermati monasteri belgi. 35 anni fa la comunità, fedele all’insegnamento del Padre fondatore, alla preghiera affiancò il lavoro manuale nei campi, per provvedere “in proprio” al sostentamento della vita del monastero, che col passare degli anni si è però rivelato insufficiente. Dopo varie altre esperienze lavorative (restauro di libri, produzione di latte, assemblaggio di materiale elettronico), su suggerimento di Ambrogio De Ponti (presidente dell’Associazione lombarda produttori ortofrutticoli) i padri si fecero convinti della possibilità, innovativa per l’Italia, di sostenersi attraverso la produzione di birra. Dopo vari contatti con produttori artigianali di birra (Teo Musso del Baladine, e Agostino Arioli del Birrificio Italiano in primis) e i primi (casalinghi) esperimenti produttivi, 2 monaci della comunità vengono mandati in Belgio, patria della produzione monastica di birra. Siamo nel 2005. Padre Marco Padre Fabrizio passano alcuni mesi a Westvleteren, e hanno l’occasione di visitare anche i monasteri/birrifici di Achel e Chimay. Vivono la vita conventuale, ma imparano molto, in Belgio: imparano, non copiano, come loro stessi ci tengono ad affermare. Si impegnano a studiare le tecniche produttive dei padri belgi, individuandone i passaggi fondamentali, e al loro ritorno in Italia iniziano i vari esperimenti produttivi, sostenuti in questo percorso dal contributo della Fondazione della Cariplo e dalla consulenza tecnico/produttiva del, prof. Stefano Buiatti, docente di tecnologia della birra presso l’Università di Udine. L’impianto è all’interno del monastero, studiato appositamente da una ditta veneta, e permette ai padri di produrre attualmente 35.000 bottiglie l’anno della loro, per ora, unica birra, la Amber, esito finale di circa 80 precedenti esperimenti produttivi. La vendita è volutamente tenuta “lontana” dal monastero, attraverso una rete di negozi che vanno dalla Lombardia la Lazio: questo per non turbare l’austera riservatezza del luogo, e i ritmi di vita dei padri, essenzialmente legati alla preghiera. www.birracascinazza.it
La Birra: Alta fermentazione, imbottigliata con i propri lieviti che danno vita alla rifermentazione in bottiglia, non filtrata e non pastorizzata, luppolo tedesco della Baviera e malto di provenienza italiana; ma soprattutto l’acqua, che viene da un pozzo profondo 80 metri, e che ha bisogno solo di una piccola “aggiustata” di sali per poter essere impiegata nella produzione birraria. Queste le notizie essenziali, la carta d’identità di questo primo (ed efficacissimo) esperimento birrario monastico italiano. E’ una signora birra, una belgian ale con tutti i crismi, ben costruita, bevibile “il giusto”, accattivante e dissetante. Ha un bel colore, al limite fra l’arancio e l’ambratoi scarico, e una bella, bellissima schiuma morbida e pannosa, bianca e persistente, che sprigiona un ottimo “odore belga”. Perché è proprio inconfondibile: gli esteri, il lievito, il fruttato (agrumi e bergamotto), lo speziato, con una asciuttezza finale data dal luppolo. E con il naso ci siamo: un bel naso, ricco ma non ricchissimo, equilibrato comunque. Il corpo è più snello dei 6,4° dichiarati: è molto bevibile, lievemente watery, tende, forse, a “correre un po’ troppo”, ma va giù che è un piacere. Esaltante la sua pulizia, ogni sorso annulla se stesso, invogliando al successivo. Rotonda e asciutta, piacevolmente frizzante, risalta più il luppolo che il malto, senza essere amaricante; soprattutto nel finale, estremamente dissetante. Dà l’impressione di essere birra che si mantiene sempre “giovane” e fresca, da risentire con un po’ più di maturazione alle spalle, per notare eventuali conferme, o smentite. In ogni caso, se uno degli insegnamenti del Padre Benedetto recita che ogni monaco deve «dare gloria al Signore attraverso un lavoro ben fatto», i monaci della Cascinazza, con questa loro birra, sono sicuramente in questo solco tracciato dal loro fondatore. Il marchio del Monastero, raffigurato in etichetta, riproduce un bozzetto della Cascinazza di William Congdon (1912-1998), artista americano che per molti anni ha vissuto e dipinto presso il Monastero.

mercoledì 27 agosto 2008

Il Villaggio sul Gambero Rosso

Ringraziamo la sig. ra Raffaella Prandi che nella sua Rubrica "Block Notes", sul Gambero Rosso, ha evidenziato il nostro Festival!

 

martedì 26 agosto 2008

Kameleon Ginseng al Villaggio

Ha chiamato Bart della Den Hopperd..non è convinto della Kameleon Amber alla spina che aveva preparato per il Villaggio. Quindi andiamo con la Ginseng.

sabato 23 agosto 2008

Al Villaggio anche la Chimay Triple


..non siamo scappati..siamo un pò sottopressione, appena possibile continueremo a scrivere regolarmente come sempre sul mondo della birra belga.. intanto un'altra chicca per chi sarà ospite al nostro Villaggio della birra: oltre alla Westmalle Dubbel, nello stand dedicato al Lambic ed alle Trappiste avremo anche la Chimay Triple alla spina.

venerdì 8 agosto 2008

Oerbier Special Reserva 2007


Standard mantenuto. Non ci sono grossi scostamenti dalla versione 2006 di questa oerbier reserva. “Miracolosamente” Kris non si è spostato più di tanto dalla ottima prova dell’anno precedente, dando vita ad un’ottima barley wine, robustissima di alcool (che, ingannevole, presenta il conto sempre troppo tardi) ma godibilissima nell’assaggio. Ha tutto delle barley: aroma vinoso che si stempera piano piano, poca schiuma, che lascia il “solito” piccolo anello, e un gusto perfettamente in old style. Si fa bere, l’astringente e il vinoso che colpiscono al primo impatto lasciano poi il campo ad una calore diffuso, dando vita ad una birra dal corpo rotondo, non troppo consistente, e dal finale asciutto e pulito. Un’altra grande prova per gli amanti del genere, ma non solo. Alc. 13% vol ©Alberto Laschi

giovedì 7 agosto 2008

Stouterik

Una belgian stout, ma del reparto “non troppo dolci”. Bassa gradazione, bella schiuma, abbondante e crermosa, color caffè, leggermente torbido, estremamente bevibile. Il naso, oltre alle note di caffè e cioccolato e malti tostati, offre un interessante spunto di lieviti, ricchi e piccanti. Il corpo: dire snello è dire poco, va giù che neanche te ne accorgi. Magari non è variegatissima sulla ruota dei sapori, ma è moderatamente tostata, mediamente granulosoa di polvere di caffè, con doverose note finali di cioccolata amara. Costruita bene, finisce leggermente “bitter”, con un curioso e piacevole effetto finale luppolato. Alc. 4,5% vol ©Alberto Laschi

martedì 5 agosto 2008

Mangiare al Villaggio della Birra

Abbiamo messo online sul sito del Villaggio i menù del Ristorante. Il sabato sarà dedicato alla cucina belga, mentre la domenica verrà proposto un menù con piatti cucinati con la birra.

Il costo a persone è di 30 euro comprese le birre in abbinamento. Essendo i posti limitati la prenotazione anticipata è obbligatoria. Per tutte le info contattateci.

Ci sarà comunque anche la possibilità di mangiare cibo di qualità grazie alla presenza di banchi gastronomici da noi selezionati.

I menu: 

Sabato 6 Settembre: Il Belgio in Tavola

Pasticcio di Carne e fichi alla Darbyste (abbinata con Darbyste in bottiglia) ricetta di Marie-Noelle Caulier della Brasserie de Blaugies 

Carbonade fiamminga con patatine fritte (abbinata con Bink Bruin alla spina) ricetta di Annicke Boelens della Boelens Brouwerij 

Flan di Mele alla fiamminga (abbinata con Dulle Teve alla spina) ricetta di Sigrid Verbert da "il Cavoletto di Bruxelles

Domenica 7 Settembre: Cucinare con la Birra

Tagliatelle (fatte a mano) del Villaggio sfumate con Hommel Poperinge(*)

Pollo (con porri e pepe rosa) alla Fantome Printemps(*)

Mousse di cioccolato con Rulles Noel 2007 (*)

(*) birra in abbinamento 




Errata Corrige Westmalle alla spina

Errata Corrige sulla Westmalle che avremo alla spina durante il Villaggio della Birra 2008. Sarà la Dubbel e non la Tripel

sabato 2 agosto 2008

Cuvée van de Keizer Rood 2008


Birra “lanciata” sul mercato quest’anno per celebrare il 10° anniversario della Cuveè van der Keizer Blauw. La “ditta” afferma che questa bionda non è altro che una “variante” della Easter beer, prodotta con vari tipi di malto e luppolo belga. Comunque: chi ha in mente la “classica” van de Keizer, se la scordi, questa birra è tutta un’altra cosa. Bionda, robusta (10°) ma molto beverina, assomiglia molto ad una triple, una bella triple. Ha schiuma vaporosa e persistente, il naso ricco di cereali e lieviti. Il corpo è rotondo, non consistente, di grande bevibilità; scarsamente frizzante, ha malti eleganti nel gusto e morbidità di cereali, con una leggero retrogusto amarognolo che non guasta. Finisce tranquilla e corretta, con un finale non certamente memorabile, ma in perfetta sintonia con la equilibratezza generale di questo prodotto di alta gamma. Splendido packaging: solo per la bottiglia serigrafata merita l’acquisto. Alc. 10% vol ©Alberto Laschi