sabato 27 dicembre 2008

Ars Birraria trionfa al Concorso Nazionale per Homebrewers

Comunicato di Ars Birraria
Ars Birraria (e tutto lo Staff del Villaggio della Birra) è orgogliosa di comunicarvi che la birra prodotta durante la cotta pubblica di Settembre a Buonconvento ha vinto il primo premio al concorso nazionale per homebrewers XMAS 2008 (Lurago Marinone).


La birra è una American Pale Ale ed è stata prodotta dai soci Carlo e Francesco con luppoli di origine americana coltivati da Francesco.La ricetta è disponibile qui.

Siamo felici di essere riusciti a creare un'ottima birra nonostante le difficoltà che si possono incontrare durante una cotta pubblica!Ringraziamo Gianni di Birrerya - TNT Pub per l'opportunità che ci ha dato e tutte le persone che hanno partecipato all'evento!A presto!

't Smisje Dubbel IPA


Quanta fantasia, e soprattutto, che bella mano! Dalla de Regenboog, ultimamanete, stanno uscendo solo ottimi prodotti, soprattutto quando vengono abbandonate alcune (secondo me, estreme e discutibili) sperimentazioni Questo “mostro” di 10°, una double IPA in pieno stile american IPA, con ben 60 IBU di amaro è veramente uno spettacolo, potente, caratterizzata, quasi unica: un connubio quasi perfetto fra lievito belga e luppoli americani (4), fra i quali Amarillo e Cascade, che fanno di questa birra il regno del luppolo citrico. E’ questo sentore infatti che la caratterizza: un agrumato, citrico, diffusissimo, insieme alla parte amaricante del luppolo, che nel gusto poi si volge ad un dolce fruttato e fiorito legato alla struttura e composizione del lievito. Ha un colore orange abbastanza opalescente, con dentro una grande quantità di lieviti in sospensione. La schiuma: la schiuma è uno spettacolo, anche in questo caso (come nella Kuveè elektrik) è enorme, cremosa e persistente, sembra quasi la schiuma pannosa di un’ottima weisse, e permane a lungo, a lungo a lungo... Ed è la cornucopia dalla quale esce di tutto: il limone e l’agrumato del luppolo, sensazioni terrose e rustiche, un lievito fruttato e invadente. Il corpo è sì robusto, ma non eccessivo: a trovargli un mezzo difetto, il dolce el’abboccato del finale è un pochino troppo stravolgente rispetto all’amaricante e al citrico dell’inizio, ma tant’è, forse è voluto. Frizzante e scattante, lascia la bocca molto pulita, con il retro della lingua e del palato ben caratterizzati dall’amaro del luppolo, in un finale lungo e molto pulito. Alc. 10% vol ©Alberto Laschi

Leffe de Noël


Birra natalizia della InBev, prima prodotta esclusivamente per il mercato francese, adesso “importata” anche in Belgio. E comunque, la differenza si nota; la differenza fra la grande produzione e la produzione artigianale. Birra decente, che si fa bere, ma che lascia poche tracce, avendo poca personalità. Poi possono dire quello che vogliono, e lo mettono anche per scritto sull’etichetta: usati i migliori malti e i luppoli più pregiati, rinverdita l’antica tradizione …. Etc. etc. Ma la differenza c’è e si sente (o si vede). Sembra una Vieille Cuveè un po’ meno alcolica e maltata, incrociata con una Radieuse (che è un pochino più speziata). Il risultato è una birra ambrata limpida e brillante, dalla schiuma bianca e poco persistente. Di media frizzantezza ha una certa indeterminatezza fra gli aromi e il gusto speziati e una sensazione abbastanza rotonda e !acquosa”; sul finale si avverte anche un po’ di tostato e medicinale. Si beve, ma ne resta poca traccia, anche della componente alcolica, che comunque si avvicina ai 7°. Alc. 6.5% vol ©Alberto Laschi

Gaverhopke Kerstbier



Mah, una birra davvero … speciale; non facile da bere; alla fine, anche un po’ stucchevole. Forse hanno voluto strafare e ci sono andati con la mano pesante sul versante delle spezie: il risultato è una birra un po’ troppo estrema nella caratterizzazione fruttato/speziato, coerente con se stessa, ma che si affronta con una certa quale difficoltà gustativa. E’ una strong ale ambrata, 8° alcolici ma non si avvertono più di tanto, con una schiuma fine a bolle grosse, non molto persistente. Il naso è il regno della complicazione: inizio fruttato, poi viene fuori una marcata caratterizzazione di tipo “gelatinosa”, un po’ troppo invadente. Si sente un mix di spezie, dalla cannella al chiodo di garofano, ma a me è venuto subito in mente un aroma tipo ginepro, bacca, amarena, in un insieme un po’ troppo stucchevole. In bocca è rotonda, abbastanza morbida, dalla frizzantezza sarsa; anche al gusto prevalgono (troppo) note di caramello, dolce, molto dolce, con incursioni gustative di frutti di bosco, ciliegie e/o marene, fragola e lo stesso sentore di bacca di ginepro che si avverte al naso. Difficile da bere, perché satura molto il palato, la apprezzeranno tutti coloro ai quali piacciono birre molto dolci, abboccate. Qui di luppolo ce n’è ben poco, ma ne sarebbe servito un po’ di più per “pulire” un palato fin troppo facile da saturare. Alc. 8% vol ©Alberto Laschi

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale


Buone feste dallo staff di Birrerya.com


lunedì 22 dicembre 2008

Zinnebir X-mas 2008

Buona, veramente molto buona questa Christmas Beer de La Senne: asciutta, con carattere, molto beverina. Ha un bel colore ambrato, netto e pulito, abbastanza cupo e una bella testa si schiuma, corposa e cremosa, fine e persistente. L'aroma ha un tocco di grazia: è rustico, ma non grezzo, accattivante, colpisce subito con note speziate e tostate, con una netta prevalenza d quest'ultime. Ha l'odore della terra bagnata, del legno muffato, con un tocco di agrume e di spezie candite. Il corpo, poi, di questa birra è al top per equilibrio e bevibilità. All'inizio va giù che è un piacere, veramente drinkable, ingannevole per semplicità; una volta "assecondata" questa prima sensazione emerge in tutta la sua completezza un gusto asciutto e pulito, non ricchissimo ma ben carratterizzato. Netto il sapore amarognolo del finale, che condiziona lingua e palato, dopo che si sono alternati il sapore di un malto ben tostato, un lievito pepato e piccante, un luppolo asciutto e secco. Veramente buona, dalla persistenza mediamente prolungata, perfettamente abbinabile con dolci natalizi come pandoro e ricciarelli. Alc. 7% vol ©Alberto Laschi

venerdì 19 dicembre 2008

Stille Nacht 2008


Anche quest’anno si è dato da fare, il buon “birraio matto”, la sua Stille Nacht ha visto la luce, ed è a disposizione di molti, ma non di tutti, vista la sua non facilissima reperibilità. E anche quest’anno è birra aggressiva, nella gradazione (12°) e nella costruzione, rocciosa di alcool (27° Plato, che ne fa la birra belga con la più consistente densità alcolica) e calda. Continuo a trovarla, personalmente, un po’ “difficile” da bere, preferendole una Dulle Teve, ma le va riconosciuta una signorilità e uno charme indiscutibili. Malto Pale e zucchero candito nella fermentazione, luppolo Nugget, un lievito leggermente aspro ne fanno una birra dalla forte personalità, con un lattico leggermente più esaltato rispetto alla versione precedente. Resta inalterato l’equilibrio generale, complesso ma stabile, con una forte componente maltata che la sposta inizialmente su di un versante fruttato e floreale, che un luppolo netto e deciso riconduce poi nei binari di una pulizia generale molto ben impostata. Calda e riscaldante, “dura” da buttare giù, lascia un buonissimo ricordo di sé, inconfondibile: la stille Nacht non la confondi con nessun’altra, e se si ha la pazienza di lasciarla invecchiare con calma, come consiglia anche Kris, penso possa riservare più di una soddisfazione. Alc. 12% vol ©Alberto Laschi

De Ryck Christmas P.A.


Non so se è casuale o meno, ma le birre “marcate” De Ryck di quesata brouwerij sono un mezzo gradino sotto quelle marcate Arend. L’avevo notato un po’ con la Special, ho avuto una mezza conferma con questa birra di Natale. Il colore è accattivante, un bell’ambrato carico, quasi mogano, che ricorda un po’ lo splendido aspetto della Balzello (tanto per citarne una), la schiuma fine e cremosa, non molto persistente. Passando poi alla degustazione, questa birra non chiarisce subito le idee: l’aroma non è particolarmente ricco, un sottofondo di caramello, una nota di malto tostato, un odore un po’ gommosso di biscotto, un amarino finale di luppolo. E’ il gusto che “spiazza” un po’ di più: ti lascia indeciso fra un abboccato di toffee e mou e una (piccola) astreingenza come di frutta rossa un po’ aspra (susina), ma il tutto un po’ fuggevole. Non che sia cattiva, ma ci metti un po’ per capirla, perché nel finale (relativamente complesso) si ribaltano un po’ le indicazioni/sensazioni maturate in precedenza. Buona per i formaggi semimorbidi e i caprini. Alc. 6,5% ©Alberto Laschi

mercoledì 10 dicembre 2008

Slaapmutske Tripel



Una classica Tripel del Belgio, robusta, rotonda, alcolica abbastanza, beverina il giusto. Nulla aggiumge e nulla toglia al range: ci sta dentro, ma senza eccellere o distinguersi. Alta fermentazione, rifermentazione in bottiglia, il colore gli deriva dall’uso di malto pale e di orzo non tostati, 2 tipi di luppolo da aroma. Ha bel colore oro antico, una schiuma fine e non molto persistente, e un buon naso, la parte sicuramente migliore della birra. Leggero e fresco, morbido di malto e ben speziato, abbastanza intrigante. Il resto è nella norma, quasi anonimo : forse un capellino troppo robusta di alcool, che ne limita un po’ la bevibilità, e una quasi assenza di varietà gustative, un po’ monocorde sul malto. Finisce tranquilla e regolare, fin troppo..

Alc. 8% vol ©Alberto Laschi

lunedì 8 dicembre 2008

Slaapmutske Bruin

Il colore, un bel marrone scuro, è dovuto all’impiego di diversi malti dalle varie gradazioni di colore ; in più viene usato luppolo da aroma e coriandolo, insieme ad altre spezie che conferiscono a questa birra un sentore mediamente speziato e una buona variabilità nel gusto. Ha schiuma a bolle grosse, abbastanza persistente. Ha naso fresco, abboccato e ricco di caramello, senza essere troppo gommoso, e leggermente speziato. Al palato si presenta rotonda e morbida, corposa, ma dalla buona bevibilità, caratterizzata da sentori diffusi di malto, di frutta rossa matura, con un finale piccante e leggermente speziato. Asciutta ed equilibrata, finisce discretamente lunga e persistente. Alc. 6% vol ©Alberto Laschi

Slaapmutske Blond

Birra ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia, brassata con acqua, malto di orzo e di frumento, lievito e luppoli americani da aroma. E’ una “classica” golden ale belga, ben bilanciata, rotonda e consistente, senza tanti voli pindarici, ma dal buon equilibrio generale. E’ di un biondo intenso, con una discreta schiuma, bianca e abbastanza persistente. Naso e corpo: robusti di malto, leggero sentore di miele, l’alcool ben presente e un luppolo diffuso e amaricante, più nel gusto che nell’aroma. Finisce morbida, equilibrata e corretta. Una birra buona da pasteggiare e sorseggiare con tranquillità. Alc. 6,3% vol ©Alberto Laschi

giovedì 4 dicembre 2008

Slaapmutske Brouwerij



Fin dal 1992 Danny de Smet, fondatore e proprietraio di questa brouwerij, ha cominciato a produrre in casa birra per uso familiare, mentre lavorava già alla Huyghe come ingegnere addetto alla produzione (della Delirium tremens). Insegna anche alla Ghent Brewing Highschool (Brewing technology and Quality Control) e dal 1999 decide di fare il « grande salto », cioè produrre in maniera professionale, aiutato da Patrick Scherlinck, che lavorava ancora alla Huyghe. Dal 2001 la produzione entra a pieno regime, e viene fatta in parte presso l’impianto di proprietà e in parte presso la De Proef Brewery. Il nome Slaapmutske (letteralmente « cappello di sonno ») deriva da un episodio legato alla nascita del figlio di Jan (e Marleen) de Smet : restio ad addormentarsi, dopo averle provate di tutte, a Jan viene in mente di far « pucciare » al figlio il dito immerso precedentemene in una delle birre prodotte (allora) in casa. L’esperimento sortisce l’effetto sperato, e il figlio si addormenta placidamente. Produce attualmente 3 birre « stabili » (Blond, Bruin e Tripel) e una stagionale (Winter).
Brouwerij Slaapmutske
Oefenpleinstraat 15
9090 Melle
Tel/Fax: 0032 9 2319386

martedì 2 dicembre 2008

Sondaggio

Post per segnalarvi il sondaggio che abbiamo pensato di proporvi (qui a destra..).

Quale altra nazione birraria ti piacerebbe che fosse inserita nel catalogo di Birrerya.com con prodotti artigianali?

Anche il 2008 stà per essere archiviato. Abbiamo pensato di girarvi la domanda che ci è nata partecipando (e organizzando..) ad eventi nazionali ed internazionali. La birra artigianale vive ed in molti casi stà molto bene anche in altre terre lontane dal Regno Belga: la cultura e la tradizione anglosassone e tedesca, l'America - la nuova frontiera, l'Italia in grande crescita qualitativa.

Date la vostra, o le vostre, risposte..vediamo un pò cosa dice la gente..la gente che beve birra.

Witte Trappist


La prima trappista blanche, questa della La Trappe; una mezza delusione però. Non che sia una birra ordinaria, ma è un po’ troppo “piatta” per essere una blanche, costruita bene, ma con poca fantasia e scarsa varietà. Colore biondo, limpido, schiuma fine di media persistenza; la prima mezza delusione viene dal naso, fresco e pulito, ma senza quegli accenni speziati che di solito fanno la ricchezza di una blanche. Poco coriandolo, quasi nulla di citrico, lievito a sprazzi. Il corpo è un po’ meglio: rotondo ed equilibrato, dalla frizzantezza spiccata, ha una corsa veloce e pulita (forse anche un pochino troppo), lascia il palato estremamente pulito, con una leggera vena amarognola che si presenta nel finale sui lati della lingua. Anche nel gusto non molta ricchezza, poca varietà, un compitino eseguito bene, ma un po’ troppo alla svolta. Un quasi clone della triste Hoegaarden di questi ultimi tempi. Alc. 5,5% vol ©Alberto Laschi

La Trappe Bockbier


La prima (e fino ad ora unica) bock trappista, una delle più recenti produzione dell’abbazia olandese. Prodotta a partire dal 2004, e commercializzata solo in autunno, è una birra fatta con più di un cereale, ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia. Uno dei prodotti migliori della La Trappe, questa birra, senz’altro molto più “ben fatta” della Witte Trappist, l’ultima nata in casa olandese. Bel colore rosso profondo, veramente bello, con una schiuma ricca ma non molto persistente. Aroma e gusto sono caratterizzati dal malto caramellato, dallo zucchero anch’esso candito e da un luppolo con una bella personalità, che la fanno apprezzare per l’alternanza (e l’integrarsi) dei sentori amarognoli e abboccati. La sensazione finale è quella di una birra “calda”, robusta al punto giusto, dalla frizzantezza giusta (e relativamente spiccata) che ben si accompagnerebbe ad uno stufato o ad un bel tagliere di formaggi semi-stagionati. Alc. 7% vol ©Alberto Laschi

lunedì 1 dicembre 2008

't Smisje Kuvee Elektrik 979W



Birra brassata e servita il 1/07/2008 di fronte al ‘t Brugs Beertje dallo stesso Joahnn Brandt, mastro birraio (e “inventore”) della De Regenboog sul suo famoso “Regenboog tricycle”. E’ l’evento che ogni anno si ripete a Bruges, con la buona stagione, che permette agli avventori di uno dei più famosi pub del Belgio di sedersi al tavolino lungo la strada e di “farsi servire” da alcuni dei più bravi mastri birrai belgi. Quest’anno c’era appunto Johan Brandt della de Regenboog, che ha portato quasi tutta la propria produzione “stabile” ed alcune succose novità, fra le quali appunto questa Kuvee Elektrik. Che è una delle birre più luppolate del belgio (80 IBU), scura come la notte, una bomba di 9°, di alta fermentazione con rifermentazione in bottiglia. Ha una schiuma spettacolare, alta non so quante dita, che permane a lungo, lungo, lungo nel bicchiere, tanto da costringere a versare la birra a più riprese, per 5-6 minuti. Una schiuma cremosa e beige, che sprigiona un aroma ricco e robusto; luppolo, è ovvio, ma anche il rustico del legno e della terra, una sensazione granulosa di malto ed alcool, un finale leggermente floreale. E il lievito, il nuovo lievito della de Regenboog, molto acuto. Il colore, dicevo, è scuro, marrone scuro con alcuni riflessi rossastri, molto fuggevoli, dato dall’impiego di malto caramellato e zucchero candito. Il corpo è robusto, di media consistenza, anch’esso ricco delle sensazioni gustative del luppolo, molto “aggressivo”, che però si combina bene con la tostatura del malto e la dolcezza dello zucchero, generando un mix nel quale si “intravede” anche l’apparire di sentori fruttati (frutta rossa astringente). Il finale è molto lungo, deciso e di carattere, con l’amaro che la fa da padrone, condizionando lingua e palato per lungo tempo. Una birra difficile da dimenticare, che molti sperano sia inserita nella (già amplissima) gamma delle produzioni stabili di questa splendida birreria artigianale. Alc. 9% vol ©Alberto Laschi
©Foto Filip Geerts - Belgian Beer Board