domenica 29 giugno 2008
Brasserie de Jandrain-Jandrenouille
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Due chiacchiere con il "birraio matto"!
Hai “creato” anche una bellissima taverna? Riflette la tua personalità?
Qual è la vostra filosofia?
Ho visto che l’ultima Oerbier che mi hai mandato ha l’etichetta bordeaux e non la rossa.. Perchè?
E i tuoi clienti cosa ne pensano?
Mi introduci l’Oerbier Reserve 2004?
La Reserva è l’Oerbier invecchiata in botti, dove in precedenza era stato maturato vino bordeaux, per un anno. Questa birra raggiunge i 13 gradi alcolici grazie anche all’aiuto di lievito da Champagne che uso per la rifermentazione. Il gusto è leggermente acidulo e legnoso. La produzione è limitata a 9 botti di 225 litri l’anno. Tim Webb nella sua guida gli ha dato le 5 stelle.. Una grande soddisfazione per me.
©Foto di Vanessa Rusci
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Viaggio nell'Acido Lattico di una Oerbier
© Testo e foto di Filip Geerts
Ordinando un paio di Oerbier subito ho riscontrato una minore acidità rispetto al solito..una morbidezza generale e un sapore quasi di caramello. Mi è sembrato di ricordarci il gusto del mosto..cosa mai trovata in una Oerbier.
A mio modesto parere questa versione è una delle migliori che abbia assaggiato. Ricordiamo che ogni cotta ha una sua personalità, un gusto a parte..e questo è anche il bello nel gustare queste birre prodotte da personaggi di questo calibro.
Ma facciamo un salto indietro. All’inizio della produzione, siamo nel 1980, i Birrai Matti utilizzano il lievito della Rodenbach per i loro prodotti. E’ stato proprio quel lievito a dare quel caratteristico acidulo alla birra. La birra nei primi anni di produzione aveva i 7 gradi alcolici.
Nel 1998 la Rodenbach passa sotto il controllo della Palm e chiude i rubinetti..per quanto riguarda la disponibilità di utilizzare il proprio lievito. Ed è proprio dal ’98 che l’Oerbier ha cambiato il suo modo si essere. Kris Herteleer fu costretto a coltivare il proprio lievito. Lievito che ha avuto come madre quello della Rodenbach ma che si è evoluto in un altro ceppo senza quel caratteristico sapore acido-lattico che lo contraddistingueva. Questa modificazione “genetica” portò alla fermentazione di una birra che girava sui 10 gradi alcolici..forte, maltata, pesante ma senza il caratteristico acidulo che richiamava le Oud Bruin. Kris non accontentandosi di questa versione cominciò a studiare i vari accorgimenti che avrebbero fatto sviluppare una birra un po’ meno forte ma con caratteristiche uguali alla Birra Originale (in fiammingo OER significa Originale). E’ nel 2004 che viene introdotto un acido lattico per la produzione di Oerbier..aggiustato il tiro Kris è riuscito ad ottenere una birra di 9° alcolici che con la maturazione fa uscire allo scoperto il fruttato ed un gusto yogurtoso. I
Finisco la mia birra e la ordino un’altra. Mi si presenta Kris con un piccolo cilindro contenente un campione di mosto prelevato direttamente dal propagatore di acido lattico. La degustazione del mosto mi ha lasciato impressionato..un gusto morbido, non un’acidità aggressiva, mi ha stravolto..davvero bevibilissimo.
Improvvisamente Kris ha miscelato la mia Oerbier con il campione di mosto. Incredibile esplosione di aromi e sapori. L’acidità si è ancora di più ammorbidita. Vedendo Kris sorridermi sembrava un mago che si esibisce nei suoi spettacoli, che manipola la sua arte.. il Belgio non sarebbe il paese della Birra senza personaggi del calibro di Kris!
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venerdì 27 giugno 2008
Fantome 2008
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sabato 21 giugno 2008
Nuovi arrivi in Birrerya.com
Anteprima su quello che troverete, oltre ai prodotti già in catalogo:
Gouden Carolus Hopsinjoor 75cl, Gouden Carolus C.V.Keiser 2008 Rood 75cl (Het Anker)
3 Fonteinene Doesjel 37,5cl (3Fonteinen)
Gaverhopke Blond, Bruin, Bruin 12°, Paasbier(n.d.r. in netto ritardo...) 33cl (Gaverhopke)
Grobbendonkse Tripel 75cl, Reuss 75cl(Kerkom)
Arend Blonde, Bruin, Tripel 33cl (De Ryck)
Stouterik, Taras Boulba, Zinnerbier 33cl (Brasserie de la Senne)
Augrenoise 75cl (Augrenoise)
Saison IV 75cl (Jandrain-Jandrenouille)
Rochefort 8 Magnum Cuvee 2007 (Rochefort)..in quantità limitatissima
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Augrenoise
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Biere Artisanale Augrenoise
"Il nostro obbiettivo - ci scrive Christian, al centro nella foto, con il bicchiere in mano - non è il far fare qualcosa a questi ragazzi disabili mentali ma il cercare di sviluppare un progetto commerciale dove anche queste persone possano trovare un loro posto..anche se la nostra birra forse non si potrà affermare sul mercato per la qualità, sicuramente lo farà per il messaggio che stiamo trasmettendo. E spero che chi compra la nostra birra lo faccia non solo per darci una mano a mandare avanti la nostra struttura ma soprattutto perchè apprezza i nostri prodotti. Se questo ci permetterà di far cambiare la prospettiva sul mondo degli handicappati mentali saremo doppiamente soddisfatti.
Le birre da noi prodotte sono, al momento 4. L'Augrenoise, una saison; la Blonde de Noël ou Cuvée des Saugrenus, la nostra Speciale Natalizia; L'Augrenois Cuvée des Saugrenus, una birra celebrativa della Nostra Associazione (i Saugrenoise); l'Augrenette una birra da tavola con soli 2,5° alcolici).
Brasserie AugrenoiseHome Saint-Alfred184, Chaussée de Bruxelles
7061 CASTEAU
http://www.augrenoise.com/
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domenica 15 giugno 2008
"Dentro" la Rochefort 10
La più forte delle tre Rochefort (e tra le più forti in assoluto del Belgio) è la 10 che sulla rigorosa base dello stile trappista inserisce caratteri tipici di una strong dark ale e la densità e complessità di un barley wine. Fu brassata per la prima volta negli anni 50 ed allora veniva chiamata “Merveille”. Copre il 30% della produzione della birreria. Il colore è bruno intenso, con riflessi rosso carminio; la schiuma, generosa ma non indiscreta, è cremosa, persistente e di color caffelatte. L’aroma è di per sé un capolavoro: malto fortemente liquoroso, con un accenno di cioccolato e burro, e soprattutto un’intensa nota fruttata che anticipa le meraviglie del gusto. Gusto che aggredisce con un sorprendente calore alcolico, il quale, sommato al corpo morbido e velato di lievito, contribuisce all’intensità di questa birra sensazionale. Superato lo shock iniziale, si sprigiona in bocca una serie interminabile di sapori, tutti perfettamente bilanciati e articolati in modo da non sovrapporsi e, allo stesso tempo, non scomparire mai del tutto; una vera e propria macedonia di frutta candita, sia dolce che amara, imbevuta di liquore e caramello, con un sentore piccante di spezie, liquirizia e cannella. La presenza del malto è costante e squisita, e mentre nel gusto assume l’aspetto di pane fresco, nel finale, sorprendentemente secco, si sposta verso una leggera nota amarognola e affumicata. Il retrogusto è generosissimo, persistente, secco e caldo per l’alcool. Un’autentica meraviglia brassicola, una di quelle birre che, ad ogni bevuta, hanno qualcosa di nuovo da dire. La gradazione alcolica è evidente, ma non ostacola una straordinaria bevibilità: un’autentica nemica del palloncino… Da servire a temperatura di cantina, con un buon tagliere di formaggi teneri e saporiti. Una meraviglia di sapori e sensazioni da sorseggiare accanto al camino, un “must” per chiunque ami la birra di qualità.
Le Rochefort, come tutte le birre ad alta fermentazione ad alta gradazione, sono eccellenti da invecchiare. La scadenza è un’indicazione obbligatoria per legge ma è irrilevante: la birra non deteriora! Al contrario, l’aroma evolve nella bottiglia per effetto dei lieviti aggiunti e per una serie di processi chimici, ancora non del tutto noti nei dettagli.
Ecco uno schema dettagliato dell’evoluzione nel tempo della Rochefort 10, in particolare per quello che riguarda l’aroma, dove i cambiamenti sono più evidenti.
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato
Colore: rosso molto scuro, quasi opaco.
Aroma e gusto: assolutamente amaro, ricorda il caffé forte con tocchi di cioccolato e forse già un leggero fruttato di pera; sensazione in bocca di sciroppo. Già ben bilanciata ma necessita ancora di tempo.
2-4 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato.
Gusto: ancora un leggero tocco di cioccolato associato con la dolcezza delle pere conservate, ma con ancora sufficiente amarezza. Gradevolmente bevibile, eccellente equilibro di tutti i componenti.
4-6 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato.
Aroma: fruttato, travolgente, di una complessità impenetrabile.
Gusto: ancora un picco fruttato, anche se diminuisce in forza raggiunti i 6 mesi.
6-12 mesi
Schiuma: scompare velocemente, a volte è persino difficile produrla.
Colore: rosso scuro, forse un po’ più trasparente di prima.
Aroma: meno forte e meno complesso, resinoso.
Gusto: a volte un po’ piatta e senza schiuma, conserva a lungo il fruttato ma anche un certo amaro.
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sabato 14 giugno 2008
Hercule Stout
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Stoute Bie
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Le Stout e la loro “variante belga”
Le stout, ovvero una famiglia. “La” Guinness? “La” pater familias, forse, quella più conosciuta sicuramente, e anche quella più imitata. Nel Regno Unito la “famiglia” si allarga nelle sue declinazioni di Irish dry stout, Sweet Stout o Milk stout, Oatmeal Stout, Imperial stout, Chocolate e Coffe stout, solo per fermarsi alle filiazioni non spurie. Birre “orgogliose e impavide”, sicuramente “forti”, sinonimo di birra scura, più o meno addolcita nelle sue declinazioni anglosassoni, hanno fatto la fortuna di più di una puerpera scarsa di materia prima e di atleti con il fisico da scolpire. Ad entrambe le categorie di cui sopra venivano “somministrate” regolarmente (e abbondantemente), con evidente successo, e i donatori di sangue irlandesi se la vedevano recapitare in “premio” dopo una donazione, perché ricca di ferro e quindi adatta a reintegrare le sostanze ematiche elargite.
Questo nel Regno unito, dove le stout spopolano, si può dire, dalla fine del XVIII secolo. Il Belgio poteva rimanere indietro, quando si parla di birra? Certo che no, e quindi anche i mastri birrai belgi si organizzano e si danno da fare, a partire dal XIX secolo: nascono e riscuotono subito un grande successo le stout belghe, bevute abbondantemente da tutti quelli che, a causa di un pesante carico di lavoro, necessitavano di una bevanda dall’importante apporto calorico. Ancora oggi le stout belghe sono presenti sul mercato, con un impatto non rilevantissimo, ma occupando una nicchia di tutto rispetto. Mediamente più alcoliche delle “cugine” inglesi (simili, al limite, alle Imperial stout), ma soprattutto più “variate” (cioè speziate), e, trattandosi del Belgio, è osservazione quasi pleonastica. Difficile, d’altra parte, trovare un mastro birraio belga “banale”.
La produzione belga di stout è quasi “divisa” in due sottosezioni: d’altra parte il Belgio è il paese diviso per definizione …
La prima è quella delle stout dolci (a volte quasi stucchevoli) e/o leggere, come la Wilson della Van Steenberge, la Leroy Stout, la Louwage Stout, la Stoute Bie della De Bie, la Belgian Angel Stout e la Callewaert. La seconda invece annovera fra i suoi prodotti di elite la Hercule della Ellezelloise, la Black Albert degli Struise e la DeDolle Extra stout Export, e si caratterizza per una gradazione alcolica più robusta e una ricchezza e complessità di tutto rispetto, che le stout inglesi normalmente non evidenziano.
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giovedì 12 giugno 2008
Bloesem Ka(ta)rakter
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LambikOdroom
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mercoledì 11 giugno 2008
All Belgian Beers in Birrerya.com
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In birra Veritas: le foto
La Degustazione con Giacu
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sabato 7 giugno 2008
Hommel Poperinge
Nella regione di Ypres, teatro di furiosi combattimenti nella I guerra mondiale, sorge la piccola cittadina di Poperinge, nelle West Flanderes del Belgio, dove si coltivano da sempre le migliori qualità di luppolo che, nel dialetto locale, si traduce in “hommel” (derivata dal latino Humulus).
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venerdì 6 giugno 2008
Villaggio della Birra 2008
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giovedì 5 giugno 2008
Appunti di Festival: In Birra Veritas
Ringraziamo Giacu. La sua disponibilità e la sua preparazione ha contribuito al diffondersi della cultura della birra Artigianale. Curioso il fatto che ben 7 tedeschi (bavaresi) hanno seguito il suo Laboratorio rimanendo entusiasti delle birre proposte.
Ringraziamo le Band: Not Regolar River e Tito Blues Band. Per la pioggia i The Trippers suoneranno il 13 giugno al TNT
Ringraziamo chi è venuto. La loro partecipazione ha contribuito all'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Un caro saluto ad Alberto e Patrizia di Prato (incastrato dai turni di lavoro ma che è scappato un'ora da Prato per raggiungerci), Alberto e Stefania di Firenze e a Max Faraggi+Rosalba+family (la loro presenza mi rassicura sempre).
Per ultimo il ringraziamento più grande và allo staff del TNT.. non è facile trovare ragazzi così!
Vanessa, Chiara, Rodolfo, Elena, Giulia, Adele, Ambra, Clarissa, il Barone, Luca, Federica, Ghesio, Bruno , Stefano, Angelo e Davide!
A breve qualche foto..intanto :Villaggio della birra 2008
©Stef Herckens
Gianni
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