domenica 15 giugno 2008

"Dentro" la Rochefort 10

di Nicolas (http://www.rochefort.tk/). Traduzione Alberto Laschi



La più forte delle tre Rochefort (e tra le più forti in assoluto del Belgio) è la 10 che sulla rigorosa base dello stile trappista inserisce caratteri tipici di una strong dark ale e la densità e complessità di un barley wine. Fu brassata per la prima volta negli anni 50 ed allora veniva chiamata “Merveille”. Copre il 30% della produzione della birreria. Il colore è bruno intenso, con riflessi rosso carminio; la schiuma, generosa ma non indiscreta, è cremosa, persistente e di color caffelatte. L’aroma è di per sé un capolavoro: malto fortemente liquoroso, con un accenno di cioccolato e burro, e soprattutto un’intensa nota fruttata che anticipa le meraviglie del gusto. Gusto che aggredisce con un sorprendente calore alcolico, il quale, sommato al corpo morbido e velato di lievito, contribuisce all’intensità di questa birra sensazionale. Superato lo shock iniziale, si sprigiona in bocca una serie interminabile di sapori, tutti perfettamente bilanciati e articolati in modo da non sovrapporsi e, allo stesso tempo, non scomparire mai del tutto; una vera e propria macedonia di frutta candita, sia dolce che amara, imbevuta di liquore e caramello, con un sentore piccante di spezie, liquirizia e cannella. La presenza del malto è costante e squisita, e mentre nel gusto assume l’aspetto di pane fresco, nel finale, sorprendentemente secco, si sposta verso una leggera nota amarognola e affumicata. Il retrogusto è generosissimo, persistente, secco e caldo per l’alcool. Un’autentica meraviglia brassicola, una di quelle birre che, ad ogni bevuta, hanno qualcosa di nuovo da dire. La gradazione alcolica è evidente, ma non ostacola una straordinaria bevibilità: un’autentica nemica del palloncino… Da servire a temperatura di cantina, con un buon tagliere di formaggi teneri e saporiti. Una meraviglia di sapori e sensazioni da sorseggiare accanto al camino, un “must” per chiunque ami la birra di qualità.


Le Rochefort, come tutte le birre ad alta fermentazione ad alta gradazione, sono eccellenti da invecchiare. La scadenza è un’indicazione obbligatoria per legge ma è irrilevante: la birra non deteriora! Al contrario, l’aroma evolve nella bottiglia per effetto dei lieviti aggiunti e per una serie di processi chimici, ancora non del tutto noti nei dettagli.

Ecco uno schema dettagliato dell’evoluzione nel tempo della Rochefort 10, in particolare per quello che riguarda l’aroma, dove i cambiamenti sono più evidenti.

1-2 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato
Colore: rosso molto scuro, quasi opaco.
Aroma e gusto: assolutamente amaro, ricorda il caffé forte con tocchi di cioccolato e forse già un leggero fruttato di pera; sensazione in bocca di sciroppo. Già ben bilanciata ma necessita ancora di tempo.

2-4 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato.
Aroma: sulla via del pieno fruttato: banana, pera, uva; un intero cestello di frutta.
Gusto: ancora un leggero tocco di cioccolato associato con la dolcezza delle pere conservate, ma con ancora sufficiente amarezza. Gradevolmente bevibile, eccellente equilibro di tutti i componenti.

4-6 mesi
Schiuma: molto regolare, ma scompare velocemente lasciando solo un sottile strato.
Aroma: fruttato, travolgente, di una complessità impenetrabile.
Gusto: ancora un picco fruttato, anche se diminuisce in forza raggiunti i 6 mesi.

6-12 mesi
Schiuma: scompare velocemente, a volte è persino difficile produrla.
Colore: rosso scuro, forse un po’ più trasparente di prima.
Aroma: meno forte e meno complesso, resinoso.
Gusto: a volte un po’ piatta e senza schiuma, conserva a lungo il fruttato ma anche un certo amaro.

La birra evolve più velocemente nei primi mesi, da un prodotto complesso e forte a sensazioni più morbide, e col passare del tempo perde quasi del tutto i caratteri iniziali. Dopo 6 mesi il lievito non è quasi più attivo e la complessità ha raggiunto il suo massimo, dopo di che la birra inizia in qualche modo a perdere le sue caratteristiche specifiche. Dopo parecchi anni appaiono tratti che ricordano il porto, il Madera e, in alcune birre veramente molto vecchie, alcuni liquori. A volte, dopo un anno, si distingue chiaramente un sapore brut. Questa evoluzione dipende dai processi chimici che si svolgono nelle birre quando sono prodotte con queste modalità, praticamente in tutte le Trappiste e le birre d’Abbazia dello stile Dubbel. Conoscerne l’evoluzione ci permette di avere direttamente il controllo sulla birra: sono birre vive, con gusto in evoluzione, e possiamo essere noi a decidere quando berle, nel momento in cui le preferiamo.

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