Il “solito casino” della De Proef: quando metti le mani su di una birra uscita dalla Brouwerij di Lochristi ci vuole sempre un sacco di tempo per capire se è farina del sacco proprio (della De Proef) o del sacco di altri che ci sono andati lì per produrre. Poi vai a leggere (con difficoltà) sul retro della bottiglia l’etichetta e ci vedi scritto “brassata dalla De Proef su ricetta originale di Claude Van Nuffel, Oostakker”. E qui cominci a capire qualcosa, ma non tutto. E poi , comunque, lasci perdere, perché è una battaglia (quasi) persa.
Per una birra non memorabile, poi, non vale nemmeno la pena. E’ una triple, come ce ne sono tante in Belgio, robusta, corposa di malto e calda di alcool, dal colore giallo dorato e schiuma fine e non molto persistente. Si fa bere, ma non si fa ricordare. Alc. 8% vol. ©Alberto Laschi
Per una birra non memorabile, poi, non vale nemmeno la pena. E’ una triple, come ce ne sono tante in Belgio, robusta, corposa di malto e calda di alcool, dal colore giallo dorato e schiuma fine e non molto persistente. Si fa bere, ma non si fa ricordare. Alc. 8% vol. ©Alberto Laschi
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