Erano otto anni che non assaggiavo più una st. Feuillien de Noel, birra per me da allora collocata nell’empireo delle birre natalizie belghe. Riassaggiata adesso, devo dire, con rincrescimento, che la devo far scendere dall’empireo, e collocarla in una posizione di media classifica. Vale un po’ lo stesso discorso fatto per la Bocq di natale: anche se la Friart ha metodologia produttiva, tradizione e qualità diverse dalla Du Bocq, anche in questo caso ci sento più la mano dell’industriale che dell’artigiano. Stabile è stabile, come birra, è robusta e corposa, forte di alcool e calda di malto, non molto speziata e poco frizzante; ma ti lascia un po’ a mezzo del guado: ti aspetteresti di più, mentre è in grado di darti solo un po’ più dell’ordinarietà. Manca un po’ il volo di fantasia. La miglior cosa di questa birra? Il colore, di un bel marrone con riflessi ambrati. Alc. 9% vol ©Alberto Laschi
domenica 18 gennaio 2009
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