Certo, che di fantasia ce ne mettono i produttori belgi. Birra particolare, che “gira” più di una volta sulla ruota gustativa, inizia in un modo, finisce quasi dalla parte opposta. Intanto il colore: dorato – grigio, e sono pochissime le birre che ho visto dotate di questa particolarissima scalatura di colore, molto opalescente fra l’altro. La schiuma: fine, abbastanza permanente, lascia i merletti sul bicchiere. E veniamo allo show: aroma medicinale, all’inizio, poi un tanto di miele, un tanto di frumento, qualche spezia in ordine sparso, un malto “grasso”, una sensazione generalmente “gommosa”. Il palato: la birra parte mediamente bevibile, poca carbonazione, una sensazione iniziale di acquosità”, e poi parte la giostra: arriva l’alcool, con una botta di calore, un amaro nettamente medicinale, infine il luppolo in fondo e ai lati della lingua, ma mischiato ancora al medicinale. Finisce un po’ troppo “appiccicosa”, si fa ricordare per molto tempo dal palato e dalla lingua. Utilissima per ripassare tutta la tecnica e la prassi della degustazione: per esperti dalla mente aperta. Alc. 7% vol ©Alberto Laschi
mercoledì 23 luglio 2008
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