Innanzitutto il nome, “zinnebir”: deriva ‘zinneke’, termine che appartiene allo slang che viene parlato nelle periferie più “meticciate” di Bruxelles, lungo il fiume Zinne, ed indica quella particolare razza di cani meticci e randagi che si aggirano in quelle strade.Si potrebbe tradurre con un “po’ bastardo” e fuori di metafora, questo termine viene usato oggi per indicare quei giovani cha hanno madre di lingua fiamminga e padri di lingua francese (o viceversa). Il mastro birraioBernard LEBoecq si “autodefinisce” così.La birra: in pratica l’evoluzione della Taras Boulba, 1,5° gradi in più, un po’ più di corpo, un amaricante più pronunciato, un carattere più deciso. Anche qui luppolo profuso a piene mani, per una birra nel complesso fresca e abbastanza beverina, con un retrogusto secco e asciutto molto molto deciso. Buona la frizzantezza, colore biondo un po’ meno tenue della Taras, schiuma lo stesso bianca e molto fragrante, dalla breve vita. Per chi ama gusti luppolati, anche se non estremi. Alc.6% vol. ©Alberto Laschi
domenica 20 luglio 2008
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