Dopo un suo viaggio in America nel gemnaio del 2005 Hildegard van Ostaden, prorprietaria e responsabile della produzione della Leyerth,ritorna in Belgio entisiasta delle nuove IPA americane assaggiate, estremamente luppolate; e decide di darsi da fare per produrne una “in proprio”. E’ un po’ la “nuova onda” produttiva delle triple belghe luppolatissime, sulla scia della Chouffe Houblon, anche se un po’ meno “estrema” e meno complessa. Hildegard produce questa birra usando il 50% di malo Magnum, il 32% Spalt e il 18% Saaz, raggiungendo una gradazione IBU di 80.
Ha un bel colore dorato e una testa di schiuma compatta, cremosa, di prolungata persistenza, bianca, molto bianca, quasi lanuginosa, che lascia alla fine un po’ di merletti sull’orlo del bicchiere. Dire che ha un naso luppolato è solo affermare l’ovvio, ma evidenti sono tutte le sfumature dei luppolati usati, dal citrico all’agrumato, al rustico, allo speziato, con un idea floreale. Si potrebbe quasi definire un aroma piccante. Non è di facile bevibilità, deve piacere molto il gusto aspro e astringente del luppolo per apprezzarla fino in fondo, ma se è l’amro che si cerca, allora questa birra è il posto giusto. Un po’ monocorde nel gusto, prevale l’amaricante, il lievito lo si apprezza nel conteso, in una carbonatura accentuata e in un corpo rotondo e consistente (9,5°!). Certo, leva la sete, ma alla fione satura molto il palato. Per palati più che attrezzati. Degustata in Bottiglia Luglio 2007. ©A.Laschi
Ha un bel colore dorato e una testa di schiuma compatta, cremosa, di prolungata persistenza, bianca, molto bianca, quasi lanuginosa, che lascia alla fine un po’ di merletti sull’orlo del bicchiere. Dire che ha un naso luppolato è solo affermare l’ovvio, ma evidenti sono tutte le sfumature dei luppolati usati, dal citrico all’agrumato, al rustico, allo speziato, con un idea floreale. Si potrebbe quasi definire un aroma piccante. Non è di facile bevibilità, deve piacere molto il gusto aspro e astringente del luppolo per apprezzarla fino in fondo, ma se è l’amro che si cerca, allora questa birra è il posto giusto. Un po’ monocorde nel gusto, prevale l’amaricante, il lievito lo si apprezza nel conteso, in una carbonatura accentuata e in un corpo rotondo e consistente (9,5°!). Certo, leva la sete, ma alla fione satura molto il palato. Per palati più che attrezzati. Degustata in Bottiglia Luglio 2007. ©A.Laschi
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