martedì 8 aprile 2008

La Birra Trappista

La seconda guerra mondiale, con le sue immani distruzioni, assestò l’ultimo, pesantissimo colpo alla produzione monastica di birra. L’unica eccezione fu rappresentata dai Padri Trappisti dell’ Ordine dei Cisterciensi della Stretta Osservanza, che prima della rivoluzione francese contavano almeno sei birrerie Trappiste in Francia, sei in Belgio, due in Olanda, una in Germania, una in Austria e probabilmente anche in altri paesi. Alcune delle abbazie trappiste riuscirono a continuare a produrre in proprio le loro birre di altissime qualità, con successo sempre crescente, tanto che numerose birrerie non autorizzate cercarono di sfruttare commercialmente il prodotto e il logo. Tutto questo portò i monaci a prendere provvedimenti volti a tutelare la propria immagine e soprattutto l’autenticità dei propri prodotti. Nel 1997 infatti otto abbazie Trappiste - sei del Belgio, (Orval, Chimay, Rochefort, Westmalle, Westvleteren e Achel), una Olandese (Koningshoeven) e una Tedesca (Mariawald) - fondarono l'Associazione Trappista Internazionale (ITA), che, fra gli scopi statutari, aveva anche quello di prevenire l'uso improprio del marchio Trappista da parte di compagnie commerciali non autorizzate. Quest'associazione creò un logo che può essere assegnato a vari prodotti (formaggio, birra, vino, etc.) che rispettino precisi criteri di produzione.Per le birre i criteri prescritti sono i seguenti:
• La birra deve essere prodotta all'interno delle mura di un'abbazia trappista, da parte di monaci trappisti o sotto il loro diretto controllo.
• La produzione, la scelta dei processi produttivi e l'orientamento commerciale devono ovviamente dipendere dalla comunità monastica.
• Lo scopo economico della produzione di birra deve essere diretto al sostentamento dei monaci, alla beneficienza e non al profitto finanziario.

Attualmente sono solo sette birrerie sono autorizzate a etichettare le proprie birre con il logo Authentic Trappist Product, le 6 del Belgio e l’olandese De Koningshoeven, alla quale fu revocato temporaneamente l’uso del logo dal 1999 all’ottobre 2005, perché era venuta meno ad uno dei tre criteri fondanti.

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