Sembrerebbe una birra ambrata, dotata di un colore al confine fra l’ambrato, un grigino un po’ offuscato, e un’idea di rosso mogano in controluce. Il colore è un pochino complicato, è vero, la schiuma invece è classica, cremosa, tre dita piene di cappello, mediamente persistente. E’ una birra che varia un po’ nelle sensazioni gustative e anche olfattive, nettamente diverse a seconda della temperatura di assaggio. “In media”, il naso è abbastanza consistente, non raffinatissimo, ma con personalità e carattere specifici: il caldo – alcoolico del miele, il caramello di un malto abbastanza “grasso”, un’idea speziata nel finale. In bocca è consistente e avvolgente: a temperatura frigo spiccano di più le componenti alcolico-liquorose, un miele caldo e robusto e una base solida di malto; se la lasci riscaldare un po’ emerge un finale molto più secco di luppolo, con una vena amarognola di miele. Complessa, ma abbastanza completa, molto meno fruttata della bionda della Brasserie du Flo. Alc. 8% vol ©Alberto Laschi
martedì 1 aprile 2008
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