Il Belgio, patria delle diversità birrarie e ricca di individualità brassicole, non poteva non essere anche la culla di quella particolarissima famiglia di birre stagionali, comunemente riconosciuta con l’appellativo di Christmas beer (definita altrimenti dagli inglesi “winter warmer”). Ha più di 200 anni questa tradizione, quando in Belgio esistevano ancora più di 3000 birrifici (c’erano meno villaggi in Belgio, allora, che birrifici!). Allora si produceva queste birre “speciali” inizialmente per un uso prettamente familiare; con l’andare del tempo poi il “giro dei consumatori” si è via via allargato. I dipendenti stessi del birrificio, gli amici, gli abitanti del villaggio e poi i clienti più “fedeli”: questa è stata la progressione nella distribuzione di questo prodotto speciale, alcolicamente robusto e più che adatto a mitigare le rigide temperature invernali del Nord Europa.
Nella tradizione produttiva del Belgio, queste sono tutte birre ad alta fermentazione, non pastorizzate (mentre in altri paesi si sono affacciate sul mercato anche birre di Natale a bassa fermentazione), a produzione limitata; si può parlare addirittura anche di produzione “d’annata”, dal momento che ogni anno questa birre rivelano carattere e caratteristiche quasi unici, difficilmente riproducibili, rivelando quindi nuove e piacevoli sorprese ogni volta al consumatore.
Ogni birrificio, in Belgio, segue gelosamente una propria ricetta nel confezionare il prodotto natalizio; tutte però sono accomunate da un’alta gradazione alcolica finale (fra i 7 e 10 gradi alcolici), da un aroma spiccatamente ricco, da un gusto il più delle volte speziato, grazie all’aggiunta nella produzione di spezie e aromi (cannella, coriandolo, ginepro, miele etc …) e dall’uso di malti pregiati. In pratica, nel “confezionare” questo prodotto natalizio, ogni birrificio mette in campo il top delle proprie conoscenze tecniche, il meglio delle materie prime, e lascia la briglia più sciolta del solito al mastro birraio, con risultati spesso spettacolari. Ed è talmente radicata in Belgio la tradizione delle Christmas Beer, che Esen da tredici anni a questa parte dedica loro un vero e proprio festival brassicolo.
Nella tradizione produttiva del Belgio, queste sono tutte birre ad alta fermentazione, non pastorizzate (mentre in altri paesi si sono affacciate sul mercato anche birre di Natale a bassa fermentazione), a produzione limitata; si può parlare addirittura anche di produzione “d’annata”, dal momento che ogni anno questa birre rivelano carattere e caratteristiche quasi unici, difficilmente riproducibili, rivelando quindi nuove e piacevoli sorprese ogni volta al consumatore.
Ogni birrificio, in Belgio, segue gelosamente una propria ricetta nel confezionare il prodotto natalizio; tutte però sono accomunate da un’alta gradazione alcolica finale (fra i 7 e 10 gradi alcolici), da un aroma spiccatamente ricco, da un gusto il più delle volte speziato, grazie all’aggiunta nella produzione di spezie e aromi (cannella, coriandolo, ginepro, miele etc …) e dall’uso di malti pregiati. In pratica, nel “confezionare” questo prodotto natalizio, ogni birrificio mette in campo il top delle proprie conoscenze tecniche, il meglio delle materie prime, e lascia la briglia più sciolta del solito al mastro birraio, con risultati spesso spettacolari. Ed è talmente radicata in Belgio la tradizione delle Christmas Beer, che Esen da tredici anni a questa parte dedica loro un vero e proprio festival brassicolo.
La produzione natalizia di birra ha preso campo anche in altri paesi europei, soprattutto in quelli del Nord Europa. In Italia, grazie all’ “esplosione produttiva” dei microbirrifci artigianali, ci sono a tutt’oggi alcuni buonissimi prodotti natalizi, adesso meno introvabili rispetto ad alcuni anni fa, che poco hanno da invidiare ai maestri produttori del Belgio.
©Alberto Laschi
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