sabato 23 febbraio 2008

L'ultima intervista a Michael Jackson

di Chris Bauweraerts - Su gentile concessione di Beer Passion Magazine (www.beerpassion.com)

Cari amici,
molti parlando di Michael Jackson pensano alla rockstar americana ma per chi vive il nostro micromondo penso sia inutile presentare Michael Jackson, il “Beer Hunter”.. Questa intervista è nata durante una chiacchierata al Beer Passion Week End ad Anversa, lo scorso 24 giugno 2007. Il 30 agosto, il parkinson avrebbe finito la sua corsa.

©Foto di Filip Geerts

1. Hai cinque biglietti di una lotteria birraria. A cosa fatta non hai vinto niente. Cosa avresti voluto portare a casa?
Orval, Cantillon Rosé de Gambrinus, Oude Geuze Frank Boon, Rodenbach Gran Cru, Duvel.

2. Michael Jackson, Pierre Celis e l’Obp (l’associazione belga per la promozione della birra artigianale) sono alla base della rinascita delle birre speciali in Belgio. Hai un personaggio, un giornalista, un’associazione che possa affiancarvi in questa missione.
Ben Vinken: con Bière Passion Magazine, il WeekEnd della birra e tutto il suo lavoro ha fatto avvicinare molta più gente al mondo della birra.

3. La birra ed il vino..due culture distanti o parallele?
La cultura della birra e del vino sono su due livelli. Di sicuro la prima può prendere ed attingere molto dalla seconda. Quando inizia a scrivere i miei primi articoli sulla birra avevo te promemoria da seguire: convincere i birrai a “farsi” conoscere, convincere i Media a scrivere sulla birra, convincere la gente ad avvicinarsi a questo fantastico mondo.

4. Quali personaggi nel mondo della produzione consideri importanti e perché.
Padre Théodore, birraio della Chimay aveva una sincera passione per la birra. Ho avuto occasione di conoscerlo in un periodo in cui la birra non faceva parlare di se.
Modeste Van Den Boogarts (De Koninck) : ha avuto il merito di farmi assaggiare la mia prima Duvel..E’ stato un mastrobirraio che amava veramente la birra!
Negli anni successivi Pierre Celis ha avuto il merito di far rinascere le birre speciali in Belgio in un periodo burrascoso per il mercato..infine Frank Boon, mi ha introdotto nel mondo delle Gueuze.


5. Tra le persone che vivono nel mondo della birra attuale a chi daresti una medaglia? A chi riconosci di avere fatto un’operazione non solo di marketing o business con la birra.
Charles Finkel, il primo importatore di birra belga negli stati Uniti. Un precursore. Molti conoscono la realtà brassicola belga grazie a lui.
Garret Olivier, il mastrobirraio della “Brooklyn Brewery”: rappresenta la nuova generazione di profeti della birra. La sua passione lo porta a prendere anche 3 volte a settimana un aereo per volare a festival o a trasmissione televisive per diffondere il “verbo” della birra artigianale. Strano ma vero è riuscito a far affermare la cucina con la birra negli Stati Uniti.

6. Per i BeerCafè belgi che si rispettino è diventato quasi un dovere affiancare alla loro Carta delle Birre una Selezione di birre Trappiste. Che ne pensi?
Le birre Trappiste fanno parte del patrimonio brassicolo belga, è giusto metterle in evidenza (attualmente trovo molto piacevole la Achel Brune) ma non scordiamoci di creare anche una carta di Gueuzes e Kriek a fermentazione spontanea se il BeerCafè vuole meritarsi il nome..

7. Lo slogan “Belgio, il Paese della Birra” è eccessivo o giusto.
E’ giusto. Ma i birrai devono continuare a lavorare bene per tenere sempre alto il livello di qualità. Dopo la crisi brassicola degli anni ottanta molti birrifici hanno chiuso..la rinascita l’abbiamo avuta con la Brasserie d’Achouffe che ha riportato i riflettori sotto la birra artigianale. Vorrei ricordare anche Manu De Landtsheer (Malheur) che all’inizi degli anni 80 ha ripreso la tradizione familiare della produzione brassicola. La rinascita ha portato all’introduzione nel mercato di un nuovo stile di produzione, le birre Brut.

8. Le normative europee sulla produzione alimentare possono portare dei problemi sia ai piccoli che ai grandi produttori. Un apparecchio di controllo ottico per l’igiene delle bottiglie costa 200.000 euro. E’ solo un’esempio di quello che l’Europa può imporre ai birrai. Che ne pensi di questa evoluzione.
L’ossessione biologica è un danno per le papille gustative. Dei burocrati stanno lavorando o studiando soluzioni per problematiche che non conoscono.. hanno la fobia degli aromi, li devono standardizzare! Ma certe birre hanno bisogno di ossidazione, hanno bisogno di metodi di produzione codificati in centinaia d’anni.. Se le loro norme fossero attive da 1000 anni non avremo un formaggio come il Roquefort..e questo è solo un esempio.

9. In questo momento negli States le birre belghe sono molto apprezzate..al punto che molti birrai cercano di clonarle. Che ne pensi di questa evoluzione?
Il pericolo esiste, soprattutto se questi birrai americani incominciano a produrre birre migliori di quelle belghe. Ma certi birrifici belgi commercializzano dei mélanges molto bizzarri.

10. Birre tipo la Dort, una pils danese, e le Ale inglesi stanno riscuotendo molto successo in Belgio. C’è un pericolo per la produzione nazionale?
Non penso. Le birre che citi sono di qualità molto inferiore alla produzione belga: l’Adler della Haacht ha una marcia in più della Dort. Come, per le ambrate, la Palm e la De Koninck non hanno niente a che vedere con le ale inglesi.

11. Un episodio che ricordi con piacere, vissuto in Belgio.
Una dozzina di anni fa Michel Moortgaat mi invitò all’Università di Louvain per assistere alla tesi di laurea di uno studente: Hedwig Neven. La successiva festa di laurea mi è rimasta nel cuore come quel ragazzo. Hedwig oggi è il Capo della Produzione di tutto il gruppo DuvelMoortgat.

12. Un aneddoto dalla tua esperienza giornalistica?
Anni fa il giornale “The Independent” mi commissionò un’articolo su “La pinta perfetta”. Me ne occupai in un paio di settimana ed una volta pubblicato ricevetti molte congratulazione, anche dal Capo Redattore. Giorni dopo mi chiamò nel suo ufficio domandandomi perché non ero arrivato a nessuna conclusione riguardo “la pinta perfetta”. Se, in quell’articolo, avessi indicato la Pinta Perfetta sarei rimasto disoccupato per tutta la mia vita!


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