Il trionfo del luppolo, aggiunto (in 4 varianti) a secco. Sempre meno luppolata comunque (nonostante i suoi 40 IBU) della Maagd Van Gottem, in ogni bottiglia della quale, prima della chiusura, viene aggiunto luppolo fresco (nella Willy no). Non è una birra estrema, ma la apprezza pienamente solo chi è istintivamente portato ad apprezzare il gusto secco, asciutto, amarognolo. Ha un colore giallo – arancio molto opalescente, al limite del torbido, per l’accentuata non filtratura e il lievito sospeso, una testa di schiuma morbida, leggermente grigia, e di buona persistenza. L’aroma è secco, molto secco, al limite quasi dell’acido, con al prevalenza dei luppoli (chiaramente) e di un lievito rustico e ruspante. In bocca colpisce subito il palato con un amaro diffuso, ma non particolarmente secco e asciutto: è una sensazione diffusa, più che un colpo da knock out. Lascia poco spazio a tutto il resto, il luppolo,(un po’ di miele, un po’ di malto) ma senza stravolgerla. Mediamente frizzante, ha un finale decisamente amaro, lungo e astringente. Alc. 7%vol. ©Alberto Laschi
sabato 16 febbraio 2008
Willy Kriegel
Il trionfo del luppolo, aggiunto (in 4 varianti) a secco. Sempre meno luppolata comunque (nonostante i suoi 40 IBU) della Maagd Van Gottem, in ogni bottiglia della quale, prima della chiusura, viene aggiunto luppolo fresco (nella Willy no). Non è una birra estrema, ma la apprezza pienamente solo chi è istintivamente portato ad apprezzare il gusto secco, asciutto, amarognolo. Ha un colore giallo – arancio molto opalescente, al limite del torbido, per l’accentuata non filtratura e il lievito sospeso, una testa di schiuma morbida, leggermente grigia, e di buona persistenza. L’aroma è secco, molto secco, al limite quasi dell’acido, con al prevalenza dei luppoli (chiaramente) e di un lievito rustico e ruspante. In bocca colpisce subito il palato con un amaro diffuso, ma non particolarmente secco e asciutto: è una sensazione diffusa, più che un colpo da knock out. Lascia poco spazio a tutto il resto, il luppolo,(un po’ di miele, un po’ di malto) ma senza stravolgerla. Mediamente frizzante, ha un finale decisamente amaro, lungo e astringente. Alc. 7%vol. ©Alberto Laschi
Pubblicato da Birrerya.com alle 02:41
Etichette: Birre, Sint Canarus
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento